Offese all'arbitro donna, Crepet: «Genitori-pusher dei loro figli, non c'è più voglia di educare»

Domenica 26 Maggio 2019
Offese all'arbitro donna, Crepet: «Genitori-pusher dei loro figli, non c'è più voglia di educare»
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Paolo Crepet ha appena finito di sfogliare i giornali. «Una lettura terrificante: gli studenti Erasmus che in Spagna riducono in fin di vita un altro ragazzo, il padre che a Milano ammazza di botte un bimbo di due anni». Poi gli arriva la notizia della giovane arbitro donna a Mestre. Così lo psichiatra, laurea a Padova, sbotta: «Conoscevo un altro Veneto, più gentile e ironico. Ora mi pare che tanti stiano tirando fuori il Medioevo che è in loro...».
Solo in Veneto?
«No, in tutta Italia, da Nord a Sud. Ma i genitori che hanno offeso la ragazza arbitro, quasi incitando uno dei loro figli a mostrarle i genitali, seminano grandine e quindi raccoglieranno tempesta. Se è quello che vogliono, prego, si accomodino pure».
Non esistono più regole?
«Già. I genitori sono diventati i pusher dei loro figli, gli pagano lo spritz che bevono, li drogano in senso fisico e morale. Anni fa avevo promosso la scuola per genitori, ma erano tempi diversi. Adesso la situazione è di gran lunga peggiorata, non abbiamo più voglia di educare».
Dice abbiamo: chi?
«Tutti. La classe politica che mette dentro la scuola chiunque e le toglie risorse importanti. Gli insegnanti minacciati e demotivati. I genitori che danno lo schiaffone alla maestra anziché al figlio. Gli intellettuali che snobbano questi temi perché li ritengono di basso livello. In tutto questo, lo sport non è più occasione di divertimento e socialità. O ci sono i miliardi di Ronaldo, o c'è la rissa fra i ragazzini. In mezzo non c'è niente».
Cosa pensa del carattere sessista degli insulti alle donne?
«Penso che voi donne dovete cominciare a preoccuparvi. L'altro giorno alcune studentesse di liceo mi dicevano che certi testi di trapper vanno benissimo. Mi sono permesso di far notare loro che in quelle canzoni le ragazze sono definite t.... Mai mi sarei sognato che nel 2019 una giovane donna sarebbe stata d'accordo nell'essere un oggetto sessuale. Spero che ci sia qualcuno che si ribelli».
Per esempio l'arbitro di Mestre, magari estraendo una raffica di cartellini rossi?
«In realtà temo che questa povera ragazza smetterà di arbitrare, anche se confido nel giudice sportivo. Serve una presa di coscienza e di responsabilità da parte del sistema-sport. Oggi è toccato all'arbitro donna, ieri al calciatore nero, grazie alla tolleranza verso il popolo bue. Per questo sto con Griezmann (l'attaccante francese Antoine, ndr.), che ha annunciato che uscirà dal campo se sentirà frasi omofobe contro qualche altro calciatore».
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 22:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA