Vagoni "impazziti", i primi indagati: verrà fatta una perizia dinamica

Venerdì 24 Maggio 2019 di Elena Viotto
foto di repertorio
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UDINE - La corsa autonoma dei sei vagoni merci che lunedì si sono misteriosamente messi in moto da soli dalla stazione ferroviaria di Udine e hanno raggiunto la provincia di Gorizia, favoriti dal pendio del terreno, potrebbe essere ricostruita nel corso di un incidente probatorio. L'ipotesi di stabilire la dinamica dell'accaduto nel corso di un'udienza davanti al gip che anticipi la formazione della prova è al vaglio della Procura di Udine che ha aperto un'inchiesta sul caso. Il fascicolo, affidato al pubblico ministero Lucia Terzariol, è stato aperto all'indomani dell'accaduto. Pericolo di disastro ferroviario il reato al momento ipotizzato per rubricare il fascicolo che, in questi primissimi giorni di indagini, si è arricchito con l'iscrizione nel registro degli indagati di alcuni nomi. Quali e quanti resta una circostanza avvolta dal massimo riserbo. Nel rispetto degli indagati afferma il Procuratore non diciamo nulla al riguardo. Gli interessati devono infatti ancora ricevere l'avviso di garanzia. L'atto gli sarà notificato solo allorquando nel corso delle indagini verrà eseguito qualche atto garantito, a cui cioè gli indagati abbiano diritto ad assistere attraverso il proprio difensore o la nomina di un consulente. Uno di questi atti sarà proprio la ricostruzione della dinamica di quanto accaduto che dovrà essere affidata a un ingegnere esperto in materia ferroviarie e di movimentazione dei vagoni.

La Procura ha manifestato l'intenzione di affidare una perizia dinamica per chiarire i diversi punti ancora oscuri nell'accaduto. Il pubblico ministero deve solo scegliere la forma più opportuna tra l'incidente probatorio appunto, o un accertamento tecnico irripetibile a cui avranno comunque diritto a partecipare anche gli indagati. L'iscrizione nel registro degli indagati nella fase iniziale delle indagini avviene proprio anche a loro stessa tutela. Fino a quel momento i vagoni merci rimarranno nell'area ferroviaria nei pressi della stazione di Gorizia dove sono stati rimorchiati lunedì pomeriggio da un locomotore partito dal capoluogo isontino che li ha agganciati nell'area tra Capriva e Cormons. È in quella zona che la corsa solitaria dei sei carri senza guida si era infatti fermata, a una ventina di chilometri da dove era iniziata. I mezzi avevano attraversato persino alcuni passaggi a livello, opportunamente presidiati anche dai Vigili del fuoco. I vagoni, carri pianale carichi di materiale ferroso e lastre d'acciaio, erano stati subito posti sotto sequestro insieme a un pezzo metallico che dovrà essere analizzato da un esperto in materia.
INDAGININel frattempo proseguono le attività investigative affidate alla Polfer di Udine, diretta da Stefano Cadelli. In questi giorni si stanno completando le audizioni dei testimoni, già cominciate e necessarie a ricostruire ogni aspetto dell'accaduto. La Procura ha delegato anche l'acquisizione di atti e documenti. Da quanto si è appreso, in particolare, la magistratura dovrà raccogliere il mansionario e i protocolli previsti per le procedure di aggancio dei vagoni. Oggetto dell'indagine sarà proprio ricostruire quanto accaduto in stazione a Udine intorno alle 12 di lunedì e stabilire se siano state seguite fedelmente tutte le procedure normalmente utilizzate. Si tratta di una dinamica su cui non abbiamo molta confidenza. Fortunatamente sono episodi che non si verificano frequentemente, conclude il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo, preannunciando che i tempi delle indagini rispecchieranno quelli necessari a svolgere tutti gli accertamenti, anche complessi, del caso.
 
Ultimo aggiornamento: 12:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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