Truffata sul web dal promesso sposo: le ruba 200.000 euro con una scusa pazzesca

Mercoledì 22 Maggio 2019 di Luca Ingegneri
Truffata sul web dal promesso sposo: le ruba 200.000 euro con una scusa pazzesca
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PADOVA - L'ha abbindolata su Facebook fingendosi innamorato e costruendo un raggiro che ha dell'incredibile. Il sostituto procuratore Sergio Dini ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di truffa a carico di ignoti. Perché il presunto responsabile, che ha messo in tasca duecentomila euro senza colpo ferire, utilizza un falso nome sui social e la sua identificazione risulta oltremodo complicata. 
La storia risale ad un paio d'anni fa quando una donna bulgara di 67 anni, residente nel padovano, viene agganciata su Facebook da un uomo che si spaccia per soldato dell'esercito americano, impegnato da anni nelle missioni all'estero. I due entrano pian piano in confidenza. La donna è attratta da questo personaggio misterioso che l'affascina sempre di più. Ad un certo punto il sedicente militare le racconta di essere alle prese con un'operazione delicatissima. Deve trovare il modo di far arrivare in Italia un bottino di guerra, dell'ammontare di un milione e mezzo di euro, recuperato nel corso di una missione. Per riuscire nel suo intento ha bisogno della collaborazione della donna. La 67enne bulgara non si tira indietro. Anche perchè lui le confessa che, una volta rientrato nel nostro Paese, l'avrebbe sposata. 

LA TRAPPOLA Per far uscire il denaro dall'Iraq occorre sostenere delle spese. Ed in particolare bisogna pagare il personale diplomatico che deve autorizzare l'invio dei soldi. La donna non batte ciglio. Esegue gli ordini impartiti dal promesso sposo. Effettua una serie di bonifici su conti correnti esteri. Ma l'operazione non decolla. Serve altro denaro. Per convincerla delle sue intenzioni il sedicente militare arriva ad organizzare una messinscena. Fa arrivare in Italia alcuni suoi emissari, tutti individui dalla pelle scura, che consegnano una valigia alla donna. Le raccontano che all'interno è custodito un milione di euro. Ma la 67enne non deve aprirla fino a nuovo ordine. A distanza di qualche tempo le viene recapitata dagli stessi emissari una seconda valigia, stavolta con cinque milioni di euro. Le disposizioni sono identiche: la valigia non deve essere aperta fino a quando l'operazione non è completata. La donna aspetta con ansia il rientro del promesso sposo. All'improvviso lui scompare dai social. E lei non riesce più a contattarlo. Si decide ad aprire le valigie: all'interno non c'è il becco di un quattrino. Non le rimane altro che sporgere denuncia: per assecondare il finto militare ha venduto la casa in Bulgaria e ha dilapidato 200 mila euro, finite su conti correnti di banche africane. Denaro che non recupererà mai.

    
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