Elezioni. Appello degli ex-sindaci «Non andate a votare, meglio il commissario»

Lunedì 20 Maggio 2019 di Tiziano Gualtieri
Elezioni. Appello degli ex-sindaci «Non andate a votare, meglio il commissario»
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MOGGIO UDINESE - Manca meno di una settimana alle elezioni comunali e, come accaduto a Pontebba, anche a Moggio scoppia la querelle astensionismo. Domenica prossima, infatti, il sindaco uscente Giorgio Filaferro, unico candidato alla carica di primo cittadino, troverà sulla strada per la sua riconferma l'avversario più insidioso: l'astensionismo. A destare scalpore è il fatto che a schierarsi apertamente a favore del commissariamento non siano stati cittadini normali, ma due figure che nel recente passato hanno ricoperto proprio il ruolo di sindaco del paese: Renato Filaferro già primo cittadino negli anni 80 e con alle spalle anche cariche di assessore, consigliere e capogruppo, e Bruno Gardel eletto sindaco nel 1995 e attuale consigliere di minoranza con la lista civica Lista Int di Muec.
 
NON ANDATE A VOTARECon una sola lista non c'è scelta - scrive Renato Filaferro nella lettera aperta indirizzata agli elettori -, non c'è confronto fra persone e programmi. In pratica si compirebbe la vera antitesi della democrazia che permetterebbe all'amministrazione eletta di non avere un controllo e ridurrebbe il Consiglio comunale a una cosa pro-forma. Proprio per questo motivo sarebbe meglio annullare le elezioni impedendo il raggiungimento del quorum. Chi sponsorizza l'arrivo del commissario a Moggio deve, però, difendersi da chi li accusa di non essere riusciti a fare una lista da contrapporre all'attuale sindaco: «Lo scorso mese avevo organizzato una assemblea pubblica - risponde Renato Filaferro nella sua lettera - con la speranza che qualcuno si mettesse in gioco in prima persona». Nonostante Renato affermi di essere stato avvicinato da molti scontenti, però, nessuna candidatura alternativa è stata presentata.
IL DISSENSOCosì l'ultima possibilità rimasta sarebbe manifestare il forte dissenso all'idea della lista unica esercitando il diritto di non andare a votare. Nella lettera si ribadisce che la legge non prevede sanzioni per chi non ritira la scheda elettorale e che la nomina di un commissario non sarebbe «la fine del mondo come si cerca di far credere». A supporto dell'idea che il commissariamento sia meglio di «un Consiglio Comunale senza minoranza», Renato Filaferro non solo cita gli esempi di Venzone o Villa Santina o mette sulla bilancia i «1440 euro al mese di spese contro i 5500 euro al mese degli attuali amministratori», ma sottolinea che «il Commissario resterebbe a Moggio qualche mese o al massimo fino alla primavera del 2020, ha ampi poteri, non blocca nulla, porta avanti i lavori già avviati, dà attuazione ai progetti in corso e previsti nel bilancio già approvato».
ATTO GRAVISSIMO«Le elezioni non sono uno scherzo. Si sono consumate guerre, è stato sparso del sangue anche dei nostri nonni moggesi per ottenere uno dei sacrosanti diritti per ogni libero cittadino, ovvero quello del diritto al voto». Anche l'attuale sindaco Giorgio Filaferro, appreso dell'appello all'astensionismo fatto da parte dei suoi predecessori, ha deciso di affidarsi a una lettera per rispondere a quello che etichetta non solo come un fatto «assolutamente gravissimo oltre che vergognoso» ma un vero e proprio «delitto contro la Costituzione».
UN DOVERE CIVICOA rendere la cosa ancora più grave, infatti, sarebbe il fatto che l'appello al non voto giunga proprio da Renato Filaferro e Bruno Gardel che «al momento della loro elezione hanno giurato fedeltà alla Repubblica Italiana e alla Costituzione» dove il voto è considerato come un «dovere civico. E ora chiedono pubblicamente di non andare a votare». L'unico candidato etichetta Renato Filaferro e Gardel come «leoni da tastiera senza artigli» e li accusa di aver fatto la «scelta più facile, non candidandosi, non mostrando la faccia». Una scelta che, sempre secondo Giorgio Filaferro, nasconderebbe il fatto di non aver «trovato alcun seguito».
«SANNO DI MENTIRE»Le dichiarazioni sul commissario sarebbero poi «il più basso profilo del testo. Il commissariamento è senza la minima ombra di dubbio la peggior cosa che possa capitare. Sanno di mentire e lo fanno spudoramente alle spalle dei cittadni che hanno servito come sindaci in passato». A questo punto Giorgio Filaferro si chiede anche quale possa essere lo scopo di far commissariare Moggio, uno dei Comuni «più virtuosi della regione. Di solito si commissaria se le cose vanno male, ma non è certamente il nostro caso. L'azione intrapresa dai due ex-sindaci è certamente pessima e sarà per loro controproducente».
La lettera dell'attuale sindaco, che non sporgerà denuncia, si chiude poi con un invito: «il 26 maggio prossimo andiamo alle urne e distruggiamo il quorum».
Tiziano Gualtieri
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