Ricatto hard all'ex: «Fai sesso con me o pubblico i tuoi filmini»

Domenica 19 Maggio 2019 di Luca Ingegneri
Ricatto hard all'ex: «Fai sesso con me o pubblico i tuoi filmini»
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PADOVA - Pretendeva rapporti sessuali dall'ex fidanzata per non divulgare in rete i filmati dei loro incontri a luci rosse. A.D.A., trentenne padovano, ha patteggiato un anno di reclusione per violenza sessuale. Il giudice dell'udienza preliminare Claudio Marassi gli ha concesso la sospensione condizionale della pena. La vittima, una ventiseienne residente in un comune della cintura cittadina, assistita dal Centro Antiviolenza di Padova, non ha quindi potuto ricevere alcun risarcimento. Dovrà promuovere una causa civile per ottenere il riconoscimento dei danni morali e materiali. Il suo legale, l'avvocato Pierilario Troccolo, ha comunque preannunciato un'istanza alla Procura generale della Corte d'Appello. Chiederà di impugnare la sentenza di primo grado affinché venga contestato ad A.D.A. anche il reato di estorsione.
LA VICENDAI due erano stati fidanzati per un breve periodo ma di tanto in tanto continuavano ad incontrarsi da buoni amici. A gennaio dell'anno scorso A.D.A. era però venuto a sapere che la ragazza frequentava un altro coetaneo. In preda alla gelosia, l'aveva contattata pretendendo un incontro. I due si erano visti a casa della ragazza. Lui avrebbe allungato le mani sulla ventiseienne pretendendo un rapporto sessuale. Nel caso in cui si fosse rifiutata, le immagini delle loro imprese hard avrebbero fatto il giro della rete. Non solo. Sarebbero state mostrate anche al nuovo fidanzato. La ragazza aveva cercato in tutti i modi di farlo ragionare. Niente da fare. A.D.A. sarebbe stato irremovibile: sesso subito in cambio della consegna dei filmati. 
La ventiseienne non aveva avuto altra scelta che quella di sottostare al ricatto. Era riuscita soltanto a strappargli l'impegno per una rapida consegna delle chiavette compromettenti. Aveva però registrato la conversazione con il cellulare. E non aveva esitato a recarsi dai carabinieri a denunciare l'accaduto. D'intesa con i militari dell'Arma, aveva deciso di tendere una trappola al trentenne. C'erano dei carabinieri in borghese nascosti nella sua abitazione quando A.D.A. aveva accettato il nuovo invito per la restituzione dei video.
Prima di riconsegnarle le chiavette il giovane aveva però avanzato un'altra pretesa. Voleva vedere la ragazza in costume da bagno. Lei aveva finto di acconsentire. Si era spostata in camera da letto per cambiarsi ma a quel punto erano saltati fuori i carabinieri. A.D.A. era stato accompagnato in caserma per le procedure di identificazione e la successiva denuncia. Gli investigatori dell'Arma avevano proceduto al sequestro del suo telefono cellulare e della fantomatica chiavetta usb. Dal successivo esame delle memorie non sono però spuntati fuori i filmati a luci rosse della coppia. Evidentemente i video sono ancora nella disponibilità del trentenne.
Luca Ingegneri
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