Personale precettato di sera per poter aprire l'Anagrafe

Domenica 19 Maggio 2019 di Lauredana Marsiglia
L'ufficio anagrafe di Belluno
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BELLUNO - Che la situazione del personale fosse eufemisticamente esplosiva all’interno del Comune capoluogo, lo si sapeva ormai da tempo, anzi, da anni, ma ieri si è toccato il fondo visto che per poter garantire l’apertura dell’Ufficio Anagrafe servizio di assoluta pubblica utilità, si è dovuti ricorrere ad un atto di precettazione di un dipendente firmato dalla dirigente Maura Florida. Solo così, nel decimato ufficio di via Mezzaterra, ieri si potuto trovare un recapito anche se il servizio è stato ridotto al minimo dovuto per legge.  Una misura estrema che ha fatto sobbalzare anche i sindacati della Funzione pubblica di Cgil e Cisl da tempo sul piede di guerra tanto da aver coinvolto nell’affaire anche il prefetto di Belluno, Francesco Esposito, con una lettera inviata da Gino Comacchio della Fp-Cisl. 
Il sindaco, Jacopo Massaro, contattato sul caso dice non sapere nulla. Si informerà.
Tra carenza di personale, disorganizzazione degli uffici che restano spalmati su più palazzi, una lotta intestina tra i vertici che si riflette sui subalterni, la politica che incolpa i dirigenti e i dirigenti che incolpano la politica, la situazione sembra essere fuori controllo, foriera di potenziali cause di lavoro. La lista dei contenziosi non è certo alle prime righe con il Comune costretto a saldare conti pesanti.
«Abbiamo saputo che l’atto di precetto è stato firmato ieri sera alle 20 - spiega Gianluigi Della Giacoma, segretario provinciale Fp-Cgil - e solo per poter consentire un servizio minimo. Ancora una volta il Comune se l’è cavata per il rotto della cuffia. Il rischio è che prima o poi salti tutto il servizio. Ed è grave che ciò avvenga in un comune capoluogo. È vero che ci sono stati tagli - prosegue Della Giacoma - ma il personale potrebbe essere organizzato meglio. Sono anni che aspettiamo una riorganizzazione soprattutto dell’ufficio Anagrafe. Basterà solo pensare che per avere un carta di identità elettronica serve il triplo del tempo necessario al Comune di Sedico, tanto per fare un esempio. Una situazione che non è accettabile».
Della Giacoma ricorda che esiste anche uno studio, pagato dai bellunesi, per la riorganizzazione del personale. Era stato commissionato ancora nella precedente legislatura e non è mai stato applicato.
Il tema personale è stato oggetto anche di un’interrogazione de parte del capogruppo di minoranza, Paolo Gamba, già assessore.
«Credo che il grande problema - afferma Gamba - sia la disorganizzazione, aggravata dall’aver disperso il personale in 5-6 palazzi. Nel mio programma c’era la volontà di accorpare tutto in un’unica sede, come ad esempio poteva essere l’ex banca d’Italia. Per quanto riguarda l’Anagrafe posso solo dire che ottenere un passaporto è meno complicato che una carta d’identità».
Ultimo aggiornamento: 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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