Abusi sulla figlioletta della compagna: pedofilo in carcere 13 anni dopo i fatti

Sabato 18 Maggio 2019 di Francesco Campi
Abusi sulla figlioletta della compagna: pedofilo in carcere 13 anni dopo i fatti

ROVIGO - Sulle sue spalle una condanna definitiva a una pena di otto anni di reclusione, per essere stato riconosciuto colpevole della pesante accusa di aver violentato una bambina di appena otto anni, la figlia di quella che al tempo era la sua convivente. Giovedì, non appena la Procura ha emesso l'ordine di carcerazione, la Squadra mobile rodigina guidata dal commissario capo Gianluca Gentiluomo, dopo una rapida attività investigativa, lo ha rintracciato e arrestato a Ceregnano, per poi accompagnarlo nella casa circondariale di Rovigo.
Dell'uomo non pubblichiamo le generalità per non rendere riconoscibile e tutelare la bambina rimasta vittima.
I fatti per i quali l'uomo, oggi 68enne, è stato condannato ed è finito in carcere, risalgono all'estate del 2006, fra giugno e settembre. Secondo quanto era emerso dalle indagini, che erano state condotte dai carabinieri della stazione di Ceregnano, in un'occasione, in particolare, l'uomo avrebbe approfittato del fatto che la bambina si fosse addormentata nel letto matrimoniale dove dormivano lui e la compagna, sdraiandosi accanto a lei e iniziando ad allungare le mani mentre era ancora nel sonno. Dopo averla spogliata levandole canottiera e mutandine, le è poi salito sopra costringendola a un vero e proprio rapporto sessuale che la piccola, nel frattempo svegliatasi, avrebbe tentato di rifiutare, sentendo dolore e piangendo, cercando di spingere via invano l'uomo che era sopra di lei con tutto il suo peso.
TRIBUNALENel processo di primo grado, arrivato a sentenza nel giugno 2016, la difesa aveva puntato il dito sul fatto che vi fosse una notevole discrepanza temporale fra i fatti e la loro denuncia.

Un lasso di tempo di circa quattro anni che poteva far nascere dei dubbi. Il Collegio, che aveva emesso una sentenza di condanna a una pena di otto anni, non aveva avuto dubbi sulla responsabilità dell'uomo, riconoscendolo colpevole del reato di violenza sessuale aggravata su minore. Le indagini erano state coordinate dal sostituto procuratore Sabrina Duò, che aveva disposto anche una consulenza tecnica, affidata alla psicologa Daniela Catullo, docente alla Scuola di psicologia dell'università di Padova. Il padre naturale della bambina, al quale poi era stata affidata, si era costituito parte civile nel processo.

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