Scatta il "daspo" per le baby-gang dopo la guerriglia a colpi di bottiglie rotte

Mercoledì 15 Maggio 2019
Il piazzale davanti alla Rotonda con i cocci delle bottihlie
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ROVIGO -  Una scazzottata fra piazza Vittorio Emanuele II e Corso del Popolo, con un ragazzo finito a terra e preso a calci alla testa e alla pancia da altri giovani e una sorta di resa dei conti in piazza XX Settembre con tanto di bottiglie di vetro brandite minacciosamente e poi rotte e lanciate. Due episodi violenti, avvenuti a poche ore di distanza, che avevano scosso la tranquillità di una domenica primaverile, il 31 marzo scorso, lasciando dietro di sé una coda di preoccupazione.
IDENTIFICATI
Ieri dalla Questura è arrivato l’annuncio che i protagonisti, otto giovani, tutti attorno ai vent’anni tranne un minorenne, quattro di origini marocchine e quattro di origini albanesi, sono stati denunciati per rissa. E, nei loro confronti, sono state decise anche delle misure di prevenzione, che vanno dall’avviso orale al divieto di ritorno in città.  «In una città come Rovigo fatti come questi non possono essere presi sottogamba e noi abbiamo voluto dare una risposta concreta, proprio per sottolineare che la polizia non resta a guardare», spiega il commissario capo Gianluca Gentiluomo che guida la Squadra mobile e che ieri ha voluto sottolineare l’esito delle indagini condotte in queste settimane, dandone conto insieme al suo predecessore Bruno Zito, che ora da primo dirigente è a capo della divisione anticrimine. Proprio quella che si è occupata dei passaggi necessari per arrivare ai provvedimenti emessi dal questore, 6 avvisi orali e 2 divieti di ritorno.
«E’ il segno che quando succedono episodi di questa natura, chi ne è protagonista ne paga le conseguenze». L’ipotesi di reato di rissa contestata agli otto individuati dalla Mobile come i partecipanti alla doppia violenta zuffa, infatti, è di per sé abbastanza lieve: prevede una multa fino a 309 euro, a meno che non vi siano associate lesioni o addirittura la morte. Non è questo il caso, visto che se pure sono volate botte senza esclusione di colpi, nessuno si è presentato in pronto soccorso, né tanto meno ha sporto denuncia contro i rivali. Tuttavia, come precisano Gentiluomo e Zito, dietro a tutto non c’una “guerra fra bande”, né un fronteggiarsi per il controllo del territorio, per esempio sul fronte dello spaccio. Le indagini su questo sono andate a fondo e i vari soggetti sono stati monitorati a lungo.
INCENSURATI
La maggior parte non aveva alcun tipo di precedente. Si è trattato solo di due gruppi consolidati fra i quali vi è stato un attrito, per cause occasionali, arrivati a scontrarsi in modo violento. Fuori luogo in una città come Rovigo. La scintilla è scattata, attorno alle 15, con una violenta scazzottata in piazza Vittorio Emanuele II, che dopo una breve fuga si è sviluppata ulteriormente in corso del Popolo dove tutto è proseguito a suon di calci e pugni fino a quando, avvisati dai passanti inorriditi, non sono intervenuti polizia, carabinieri e polizia locale.
DOPPIA AGGRESSIONE
Alle 19, poi, il secondo round, esploso sotto il porticato della Rotonda. Apparentemente, un chiarimento, dopo la scazzottata precedente. Ma più che un appuntamento, un agguato, perché uno dei marocchini si è presentato con un sacco pieno di bottiglie vuote, che sono state ben presto rotte e impugnate in un fuggi-fuggi generale, culminato con un lancio di altre bottiglie.
PIAZZA AL BUIO
Se su questo doppio episodio la polizia è andata a fondo, grazie anche all’aiuto delle telecamere, così come è stato sottolineato, non è un bel segnale sul fronte della prevenzione il fatto che proprio in piazza XX Settembre, da alcuni additata come luogo poco sicuro, da domenica sera i lampioni presenti siano rimasti completamente spenti. Un disservizio che ha lasciato la piazza nella più completa oscurità per più notti.
Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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