Troppi decolli sui cieli di Quinto, precipita il mercato della casa

Sabato 4 Maggio 2019 di Mattia Zanardo
Un aereo sopra i tetti delle abitazioni di Quinto, foto emblematica di un mercato immobiliare in caduta libera
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 Gli aerei in decollo dal Canova segnano pesantemente il mercato immobiliare nelle zone attorno allo scalo. Le denunce sollevate ormai da lungo tempo dai comitati trovano conferma nell’andamento delle compravendite: le richieste di acquisto di abitazioni nel comune di Quinto, non a caso l’area più interessata dai sorvoli dei velivoli in partenza e in arrivo, sono calate del 39 per cento nel giro di due anni, con un ulteriore meno 1,2 per cento nel primo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
    A riprova dell’effetto deterrente sono bastate le recenti diatribe sulla “correzione” delle rotte verso i cieli del capoluogo, con conseguenti, roventi polemiche politiche a generare ripercussioni anche su Canizzano.
Le fibrillazioni non hanno tardato ad influenzare anche l’appetibilità degli immobili del quartiere di Treviso, finora tutto sommato indenne da simili fenomeni: tra gennaio e marzo, le domande si sono più che dimezzate (meno 54%) rispetto ai corrispettivi primi tre mesi del 2018. Ad evidenziare la duplice flessione, è un’analisi curata da ImpREsa srl, realtà trevigiana specializzata nel settore immobiliare, che può contare su dodici agenzie distribuite, oltre che nella Marca, anche nelle province di Venezia e Pordenone, e una cinquantina di professionisti.
«Senza dubbio la preoccupazione del disagio provocato dai voli –spiega Lucio D’Ambrosi, insieme ad Antonio Tommasi e Alessandro Diana titolare della società, fondata nel 2012- incide sulle scelte di acquisto, in particolare per Quinto, molto meno ricercata di altre località della cintura urbana». L’offerta, ribadisce l’esperto, non mancherebbe, ma in pochi accettano di prendere casa con la consapevolezza di vedersi passare di frequente sopra la testa a bassa quota una fusoliera. Per certi versi, soprattutto per chi proviene da altre zone, incide anche un pregiudizio psicologico. «Al di là delle considerazioni sulla qualità della vita -continua D’Ambrosi- pesa anche il timore delle difficoltà per rivendere la propria casa, qualora si decidesse di trasferirsi altrove». Per la più classica legge di mercato, i prezzi sono in contrazione, in controtendenza rispetto alla stabilità del resto della città o addirittura un leggero rialzo in alcune zone. I dati delle vendite in stallo nelle immediate vicinanze dell’aeroporto, infatti, risaltano ancora di più se confrontati con la dinamica generale del comparto immobiliare del capoluogo, dove il grande freddo del culmine della crisi sembra essersi decisamente attenuato: «Già a partire dallo scorso anno abbiamo registrato una forte crescita della domanda di acquisto nel comune di Treviso con particolare attenzione per il centro storico: più 85% nel primo trimestre 2019, mentre il fuori Mura è al più 71%» commenta D’Ambrosi. Un apprezzamento crescente che, in questo caso, non è stato minimamente intaccato dalle ipotesi di maggiori passaggi aerei sopra la città (e non dovrebbe esserlo neppure in futuro, stimano da ImpREsa). Tuttavia, un effetto aeroporto (in parte) positivo sul fronte immobiliare c’è: a San Giuseppe la richiesta di acquisto in questi mesi ha continuato a salire del 9%, nonostante sia in netto rallentamento rispetto al 2018. Attenzione però, avvertono gli autori della rilevazione, chi compra, in gran parte, punta a creare bed & breakfast o alloggi per i turisti.
Ultimo aggiornamento: 20:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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