I ruderi non pagano: esenzione Imu per 3mila fabbricati

Mercoledì 24 Aprile 2019
I ruderi non pagano: esenzione Imu per 3mila fabbricati
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BELLUNO - I ruderi non pagano l'Imu: gli oltre 3mila edifici fatiscenti bellunesi sono quindi esentati dall'odiosa tassa sugli immobili. La novità, comunicata ieri con una nota dall'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem) arriva dalla sentenza della Corte di Cassazione numero 10122 depositata l'11 aprile. «Viene affermata - spiega l'Uncem - l'impossibilità di assoggettare a Ici i fabbricati collabenti (ovvero immobili che, per il loro stato di degrado, non possono produrre reddito ndr), iscritti nella categoria catastale fittizia F2». Una notizia che interessa in modo particolare il Bellunese, dove addirittura c'è un vero e proprio paese fantasma fatto di ruderi. Inoltre proprio nel Bellunese gli immobili improduttivi sono molto numerosi, a causa di anni di emigrazione. Ma è una novità dalla doppia sfaccettatura, come spiega il presidente regionale dell'Uncem, Ennio Vigne. «È un'operazione che va nella  giusta direzione - afferma Vigne - per quanto riguarda il fatto di non tassare questo tipo di immobili. Bene quindi la chiarificazione, ma c'è la necessità che tutta l'Imu resti a livello locale. Oggi le entrate dei Comuni sono legate all'Imu e alla addizionale Irpef. L'anomalia è che una parte di Imu va allo Stato: questo deve essere rivisto». Non è stato possibile avere un dato aggiornato dei ruderi bellunesi, Ovvero edifici inseriti nella categoria catastale F/2, ma negli ultimi anni stanno aumentando con un ritmo esponenziale. Nel 2015 erano 7 ogni mille edifici. In tutta la provincia erano in totale 2.469, in pratica 7,3 ruderi ogni mille edifici. Ma nel corso del quadriennio 2011-2014 erano aumentati del 27,7% e se tanto mi da tanto la cifra aggiornata supererà i 3mila ruderi nel Bellunese.
LA SENTENZACase demolite parzialmente, con il tetto crollato, fabbricati fatiscenti non potranno mai produrre reddito, di conseguenza non possono essere tassati. E la Corte di Cassazione con la sentenza che ha fatto giurisprudenza, pronunciandosi sul caso del ricorso di un'azienda agricola perugina contro il Comune di Narni, smonta anche la tesi del considerare il rudere, alla pari di un terreno edificabile. La legge, dice la Corte, prevede l'Ici per le aree edificabili, non per quelle già edificate. 
IL CATASTO«Uncem - si legge nella nota dell'Unione nazionale - due anni fa aveva chiesto all'Agenzia delle Entrate di precisare che per i ruderi e i collabenti il passaggio da catasto terreni a catasto edilizio urbano non fosse obbligatorio. Chiarimento arrivato in una nota Uncem, d'intesa con Agenzia, del novembre 2017. Una vittoria dell'Uncem a vantaggio di tanti proprietari». «Ora la sentenza dice due cose - afferma Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - Non si paga l'Imu sui collabenti, sui ruderi e che questi immobili, per non pagare, devono essere iscritti nel catasto. Non è infatti un obbligo, bensì una facoltà iscriverli o meno. Per quelli non iscritti, non rientrando nella definizione di fabbricato, l'imposta sarebbe dovuta sulla base dell'area edificabile. Su questo punto serve però un chiarimento per evitare nuovi ricorsi e nuova giurisprudenza». 
Olivia Bonetti
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