Zaia: «In arrivo una legge anti-ascensore. Se lo eviti vivi di più»

Martedì 23 Aprile 2019 di Alda Vanzan
Luca Zaia
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Presidente, sta dichiarando guerra agli ascensori?
Luca Zaia ieri mattina era all'inaugurazione dell'ultimo miglio della pista ciclopedonale Treviso-Ostiglia. Con i giornalisti ha parlato di tutto. Dell'autonomia: «Anche il ministro Tria ha detto che si deve andare avanti». Del Governo gialloverde che traballa: «Non tifo affatto perché se ne vada a casa». Dell'Iva: «Non dev'essere aumentata, punto e basta». Delle grandi opere: «Servono tutte». Dell'operazione scuole sicure: «Troverà il consenso di tante famiglie». Senonché, dal palco, guardando il direttore dell'Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, ecco che ha tirato in ballo gli ascensori. Annunciando che sta preparando una nuova legge per disincentivarne l'uso.

Presidente, intende vietare l'uso degli ascensori?
«Non posso farlo. Però posso rendere obbligatorio l'invito a non usarli».

E come pensa di farlo?
«Con una leggina. Anzi, basta una norma. Potremmo inserirla nel prossimo Collegato alla legge di Stabilità».

Per dire?
«Per dire che gli ascensori è meglio non usarli. Per dire che se non si usano sta meglio il cuore. Sta meglio il corpo. È come con le sigarette».

Gli ascensori non fanno venire il tumore.
«Ma evitare gli ascensori e prendere le scale fa bene alla salute. Il messaggio che intendo far passare è questo: l'ascensore? se lo eviti stai meglio, se lo eviti vivi di più. È la stessa filosofia delle scritte sui pacchetti di sigarette: il fumo uccide. Lì si informa del male che provoca il fumo. Io intendo informare del bene che fa farsi le scale a piedi. Si diminuisce la spesa sanitaria e si migliora la vita».

E serve una legge?
«Sì, serve una legge per rendere obbligatorio nei luoghi pubblici l'invito a non usare gli ascensori. Ovviamente per chi può permettersi di fare le scale. Penso a un cartello con una frase o una grafica».

Come le è venuta questa idea?
«È da un pezzo che ci penso. Fa parte degli stili di vita: una corretta alimentazione, un po' di esercizio fisico. Non serve tanto».

Lei non usa l'ascensore?
«Quello di Palazzo Balbi non so neanche come sia fatto».

Vabbè, ha solo due rampe di scale per arrivare in ufficio.
«Quando c'è stato il sopralluogo del Cio per le Olimpiadi a Milano c'era un appuntamento alla Terrazza Martini. Quattordicesimo piano. Tutti hanno preso l'ascensore, io sono andato a piedi».

Un fiatone.
«È questione di abitudine. Come con i parcheggi. Gli sportivi non parcheggiano mai vicino al luogo dove devono andare, lasciano l'auto più lontano. Così camminano di più. È un cambiamento culturale».
Alda Vanzan
Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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