Pestato a sangue per la precedenza all'autolavaggio: costola e naso rotti

Martedì 23 Aprile 2019
Pestato a sangue per la precedenza all'autolavaggio: costola e naso rotti
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SAN DONÀ - Calci e pugni per un posto all'autolavaggio. Un vero e proprio incubo, quello in cui è improvvisamente piombato un imprenditore sandonatese di 57 anni. Un dramma personale, che nella pratica significano 20 giorni di prognosi per il naso rotto (oltre a una costola fratturata), in una situazione che ha dell'assurdo. «Una violenza feroce assurda, senza senso, senza un perché. E tutto per una banale precedenza all'ingresso dell'autolavaggio», commenta sconsolato l'uomo, che ha chiesto di mantenere l'anonimato temendo ulteriori ripercussioni. Il fatto è avvenuto sabato pomeriggio, all'autolavaggio del distributore di Calvecchia, a ridosso dell'area commerciale Centro Piave.
 
«Una normale vigilia di Pasqua come fanno tutti racconta l'imprenditore tra spese da completare e auto da portare a lavare». Così si reca alla stazione di servizio e si mette in coda. Sono le 15.30. «C'erano tante auto, ma decido ugualmente di prendermi qualche momento di relax, senza l'assillo del lavoro, e attendo tranquillamente il mio turno». Ma al momento di portarsi avanti, ecco accadere l'imprevisto. Quell'episodio che ha poi scatenato la folle reazione. «Un ragazzo è giunto con la sua auto e si è buttato in mezzo per mettersi al posto mio. La mia reazione, immediata ma senza enfasi, è stata quella di chiedergli: ma cosa fai? Ma è a quel punto che sono arrivate altre persone». Altri tre uomini che a loro volta stavano lavando le loro auto e che, con ogni probabilità conoscevano il giovane, forse erano anche parenti. «Hanno iniziato a provocare, insultare, addirittura minacciare di morte. Io gli ho, allora, detto che li avrei denunciati ai carabinieri per le minacce. In mano avevo il telefono ed uno di loro, con un gran calcio o con un pugno (sinceramente non ricordo bene, perché è stata una cosa improvvisa), hanno fatto volare il telefono che avevo in mano; quando sono andato a raccoglierlo, hanno iniziato a colpirmi con calci e pugni. Quindi sono scappati». Lo stesso giovane se ne è poi andato. «Ha fatto una retromarcia, anche toccando un'altra auto, e se ne è andato. Io, con il naso sanguinante, ho allora chiamato i carabinieri».
SOTTO CHOC
«C'erano anche altre auto e nessuno ha mosso un dito: tutti all'interno delle loro auto». Una volta sul posto, i militari dell'arma hanno raccolto la sua testimonianza. Poi si è recato al pronto soccorso per farsi curare. «Mi hanno rotto il naso e una costola. Ho dolori anche in altri punti, probabilmente per contusioni provocate dai colpi subiti. Il giorno di Pasqua l'ho trascorso in ospedale, la prognosi è di venti giorni». L'imprenditore sandonatese è sconvolto per quanto avvenuto. «Sono molto provato psicologicamente: una violenza del genere non me la sarei mai aspettata. È incredibile che tutto questo sia avvenuto a San Donà di Piave, in pieno giorno e davanti a un sacco di persone. Sembrava l'inizio di un film. Non sembrava un raptus, ma la reazione di persone abituate ad agire così».
Fabrizio Cibin
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Ultimo aggiornamento: 15:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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