Invalido 47enne da 250 chili: «Nessuno riesce a spingere la mia carrozzina»

Martedì 23 Aprile 2019
Michele Stefano Garavello
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ROVIGO - Quando problemi di salute e problemi economici si uniscono, allora un problema personale diventa un problema sociale. Da un lato l’esigenza di cure e presidi costosi, di una casa adeguata, dall’altro lato l’assenza di denaro per poter accedere al necessario. Il protagonista di questa delicata storia è Michele Garavello, 47 anni. Viveva con la madre in un appartamento Ater a Sant’Apollinare, ma ha dovuto andarsene perché lui, 250 chili di peso e tutti i problemi che ne conseguono, non riusciva a salire e scendere dal terzo piano di un condominio senza ascensore e senza rampe per disabili. Le scale, nella sua situazione, sono una prigione.  
«Ora vivo ora a Bosaro con la mia compagna perché mia madre non poteva più tenermi a casa sua - racconta - Tante volte siamo andati all’Ater con i miei documenti di invalidità e con le cartelle cliniche per dimostrare i miei problemi di salute, abbiamo spiegato che abbiamo bisogno di un appartamento o di una casa adatta per invalidi. Ci è sempre stato risposto che vedevano cosa potevano fare, ma non hanno mai concluso niente per risolvere i miei problemi».
DOMANDA DI UNA CARROZZINA
Ma c’è di più. Ultimamente anche l’assistenza sanitaria non è più in grado di aiutare questo cittadino. «Ho mandato varie mail al direttore generale dell’Ulss 5 spiegando che essendo un uomo del peso di 250kg e con varie problematiche di salute, non riesco più a camminare - spiega - Non c’è solo l’obesità, ho anche una vertebra schiacciata per colpa di un incidente del 2016 e mi trovo mio malgrado infermo su una carrozzina». Nel 2017 l’Ulss gli ha assegnato una carrozzina a rotelle a spinta. Ora però, per via del peso, il 47enne non ha nessuno che possa spingerlo. «Mi sono rivolto a un fisiatra dell’ospedale di Rovigo, che mi è venuto a visitare a casa e ha constatato che mi serviva una carrozzina elettrica per essere autosufficiente e per poter uscire – spiega - Ha fatto la prescrizione scritta e le pratiche necessarie in Cittadella sanitaria. Da allora sono passati tre anni, con mille promesse non ancora mantenute».
PENSIONE DI INVALIDITÀ
La stessa trafila vale per la richiesta del materasso anti-decubito, richiesto ma mai assegnato. Per anticipare i tempi Michele dovrebbe acquistare da solo la carrozzina. Garavello però riceve una pensione di invalidità di neppure 300 euro al mese, mentre la carrozzina ne costa circa 10mila.
«La pazienza ha un limite, per questo ora ho deciso di rendere pubblica la vicenda sperando di sollecitare risposte da parte dell’Ulss» conclude Garavello.
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