Sclerosi multipla, bidello licenziato: «Ingiustizia, m'incateno a Venezia»

Martedì 23 Aprile 2019
Sclerosi multipla, bidello licenziato: «Ingiustizia, m'incateno a Venezia»
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PIEVE DI CADORE - Bidello malato di sclerosi multipla licenziato due volte. Il lavoratore ha denunciato il preside e è pronto a incatenarsi a Venezia per protesta di fronte all’ufficio scolastico regionale. Un 60enne cadorino si ritrova senza lavoro e senza pensione con una figlia da mantenere. Ritiene di aver subìto un’ingiustizia e per questo si è rivolto alla Questura. Il provveditorato bellunese invece afferma che tutto è stato fatto correttamente “da manuale”: nel caso non avessero proceduto al licenziamento sarebbero finiti nei guai per omissione di atti d’ufficio. Il collaboratore scolastico svolgeva attività nella scuola a Pieve di Cadore. Dopo le numerose assenze per la malattia è stato giudicato dalla commissione medica di verifica «non idoneo» a quel lavoro, in modo assoluto e permanente.
 

Il 4 febbraio è stato risolto di diritto il rapporto di lavoro. Pochi giorni dopo però, il 12 febbraio, il bidello, che ormai era senza lavoro, è stato “licenziato” a far data dal 5 settembre 2017, per aver superato il periodo di assenze normali previste per malattia (non per la sclerosi multipla considerata grave patologia). «Sono stati cancellati i decreti della mia grave patologia e non riconoscendomi la grave patologia sono stato licenziato», denuncia il collaboratore scolastico, anche in una querela alla polizia ritenendo ci siano stati un presunto falso e presunte lesioni, visto che lo stato di salute si è aggravato. Ha dovuto lottare per avere il via libera all’accesso agli atti e per avere i vecchi decreti che sembrano spariti in quanto documentazione risalente nel tempo e sembra ormai annullata. L’uomo che sta cercando di ottenere al più presto la pensione di inabilità e ha scritto anche al governatore Zaia ed è andato dal Prefetto, ha già annunciato gesti eclatanti: «Mi incatenerò a Venezia, di fronte all’ufficio scolastico o sul ponte della Libertà: qualcuno mi deve ascoltare». Con il doppio licenziamento infatti oltre al danno la beffa: dovrà risarcire gli stipendi presi per circa 33mila euro e non avrà i contributi versati per quasi due anni. 
L’UFFICIO SCOLASTICO
Dall’ufficio scolastico territoriale il dirigente Gianni De Bastiani spiega: «Non sono due licenziamenti sono due atti dovuti. La persona in questione era assente dalla prestazione lavorativa, in modo continuativo, dal 7 gennaio 2015. Aveva superato il periodo di comporto e questo ha come conseguenza di legge la verifica della capacità lavorativa del dipendente che è stato sottoposto a visita medico collegiale e visto l’esito di inidoneità si è proceduto all’esonero dal lavoro». Nella sua denuncia il bidello ha citato più volte il dirigente scolastico Gianni Maddalon, accusandolo di aver cancellato i decreti della grave patologia, che non prevede periodi di comporto. «Il dirigente scolastico - afferma De Bastiani - ha applicato la legge: i periodi di malattia dovuti a ricovero e a terapie non entrano nel periodo di comporto. Posso attestare che c’è stata correttezza dei procedimenti da parte del dirigente scolastico, Gianni Maddalon, ovvero il dirigente reggente, titolare a Treviso e reggente al Cpia di Belluno: la procedura è stata ineccepibile: sono atti dovuti. Il lavoratore è inidoneo a qualsiasi mansione: deve farsi seguire da un patronato, ci sono altri strumenti, la pensione o altro». Ma per la pensione i tempi sono lunghi e nel frattempo come mangia e come mantiene una figlia minorenne?
Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 17:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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