Il Papa, benedizione Urbi et Orbi: «Più costruttori di ponti e meno trafficanti d'armi. Prego per lo Sri Lanka»

Domenica 21 Aprile 2019 di Franca Giansoldati
Il Papa al mondo: più costruttori di ponti e meno trafficanti d'armi e preghiere per lo Sri Lanka
24

Città del Vaticano - Papa Francesco è addolorato. La Pasqua insanguinata in Sri Lanka, la guerra in Libia, le sofferenze in Venezuela a causa di Maduro. «Le armi cessino di insanguinare la Libia, dove persone inermi hanno ripreso a morire in queste ultime settimane e molte famiglie sono costrette a lasciare le proprie case». E ancora: servono costruttori di ponti non trafficanti di armi. Infine un pensiero speciale per lo Sri Lanka («Ho appreso con tristezza la notizia dei gravi attentati. Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana. Affido al Signore quanti sono tragicamente scomparsi e prego per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento»). 



Il messaggio del Papa per la Pasqua contiene un appello contro le guerre nel mondo mentre, ancora oggi, attorno a Tripoli si continua a combattere. «Esorto le parti interessate a scegliere il dialogo piuttosto che la sopraffazione, evitando che si riaprano le ferite di un decennio di conflitti ed instabilità politica» ha continuato il pontefice, leggendo il testo preparato per la tradizionale benedizione Urbi et Orbi che fa seguito alla solenne messa in piazza San Pietro davanti a 60 mila persone.

L'elenco delle nazioni teatro di instabilità, guerre, persecuzioni, sangue è lungo. Ognuna trova spazio nel pensiero pasquale. Il Venezuela, il Nicaruagua, il Sud Sudan, lo Yemen, la Palestina, la Siria, l'Iraq, il Burkina Faso, Mali, Niger, Nigeria e Camerun e, nel cuore dell' Europa, non può non essere messa in secondo piano l'Ucraina, puntualmente sottoposta a tensioni e violenze da parte della Russia. Il Vaticano, attraverso l'Osservatore Romano, ha ricordato solo un paio di giorni fa, la sorte dei marinai ucraini che sono ancora nelle mani dei russi dopo gli incidenti nello stretto di Kerch a novembre.

Ma il messaggio del Papa quest'anno è soprattutto rivolto alle nuove generazioni. A loro è esplicitato l'invito a non perdere la speranza. «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane e a ciascun cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza»

Parole di attesa che vengono mandate in mondovisione e sono valide, come sottolinea il Papa, per ogni persona al mondo. «La Risurrezione di Cristo è principio di vita nuova per ogni uomo e ogni donna, perché il vero rinnovamento parte sempre dal cuore, dalla coscienza. Ma la Pasqua è anche l’inizio del mondo nuovo, liberato dalla schiavitù del peccato e della morte: il mondo finalmente aperto al Regno di Dio, Regno di amore, di pace e di fraternità».

Il sagrato di san Pietro è ornato da un profluvio colori, vivaci macchie cromatiche composte da migliaia di fiori donati dall'industria della floricultura olandese. Una tradizione ormai trentennale che si ripete di anno in anno con composizioni ogni volta più ardite e speciali. Gli altoparlanti sulla piazza diffondono il messaggio papale. Si prega per «l’amato popolo siriano, vittima di un perdurante conflitto che rischia di trovarci sempre più rassegnati e perfino indifferenti», si prega «per il rientro sicuro degli sfollati, nonché di quanti si sono rifugiati nei Paesi limitrofi, specialmente in Libano e in Giordania».

A San Pietro gli occhi sono tutti puntati sul Medio Oriente, «lacerato da continue divisioni e tensioni» e sempre più svuotato di cristiani ai quali viene chiesto «di testimoniare con paziente perseveranza il Signore risorto e la vittoria della vita sulla morte». Nello Yemen – paese dove si misurano gli eserciti finanziati dall'Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi e dall'Iran – le notizie continuano ad arrivare sempre più tragiche per il bilancio sulla popolazione «Penso ai bambini, stremati dalla fame e dalla guerra. «La luce pasquale illumini tutti i governanti e i popoli del Medio Oriente, a cominciare da Israeliani e Palestinesi, e li sproni ad alleviare tante sofferenze e a perseguire un futuro di pace e di stabilità».

Stavolta nel messaggio Urbi et Orbi si parla del dolore del popolo venezuelano, vittima di una crisi che perdura e si approfondisce. Papa Francesco senza mai citare Maduro esorta «quanti hanno responsabilità politiche di adoperarsi per porre fine alle ingiustizie sociali, agli abusi e alle violenze e di compiere passi concreti che consentano di sanare le divisioni e offrire alla popolazione gli aiuti di cui necessita».

Infine, l'ennesima condanna per i trafficanti di armi e la corsa agli armamenti. Che la Pasqua «ispiri i leader delle Nazioni affinché si adoperino per porre fine alla corsa agli armamenti e alla preoccupante diffusione delle armi, specie nei Paesi economicamente più avanzati. Il Risorto, che ha spalancato le porte del sepolcro, apra i nostri cuori alle necessità dei bisognosi, degli indifesi, dei poveri, dei disoccupati, degli emarginati, di chi bussa alla nostra porta in cerca di pane, di un rifugio e del riconoscimento della sua dignità».
 

Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 13:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci