Nordisti di ritorno/ L’affronto Capitale per le beghe giallo-verdi

Sabato 20 Aprile 2019 di ​Mario Ajello
Nella rissa giallo-verde, a pagare è Roma. E l’affossamento del piano di salvataggio che la riguarda è una punizione non solo immeritata per questa città e per i suoi cittadini ma anche derivante da un grave errore strategico, da parte di Lega e M5S, che denota scarsa consapevolezza degli interessi del Paese. La Capitale dovrebbe essere zona franca rispetto alle dispute tra partiti e soprattutto tra alleati di governo. Se c’è un terreno che è di tutti e su cui tutti insieme dovrebbero lavorare è proprio questo, e invece Roma viene infilata e travolta nelle beghe di una coalizione nazionale che dimostra di aver perduto sia senso di responsabilità sia lucidità.
Capiamo il risentimento di Salvini nei confronti di un alleato infido, che pugnala alle spalle un sottosegretario leghista e gli toglie brutalmente le deleghe, solo perché è indagato. Sappiamo che il livello di sopportazione verso i Cinque stelle è arrivato ai limiti, per effetto del rivendicazionismo grillino su ogni dossier pur di recuperare qualche decimale in più nei sondaggi pre-elettorali delle Europee. E sappiamo anche che la Lega cavalca lo scontento dei romani nei confronti di una sindaca impopolare, di cui i nastri arrivati sui media svelano la consapevolezza personale e politica del disastro che ha provocato a questa città.

Conosciamo la situazione, insomma, ma non capiamo perché il conto di tutto questo - come se non bastasse l’invivibilità in cui sono stati fatti precipitare - debbano pagarlo i cittadini romani. Per loro il salva-Roma sarebbe stato una boccata d’ossigeno ma una sorta di nordismo di ritorno, unito a una mal riposta ragion di partito, glielo ha negato. Vanificando un atto in favore della dignità della Capitale e un segno di riconoscimento importante del suo ruolo - perché non è vero che Roma, come dice Salvini, è una città identica alle altre - e sprecando anche quello che poteva essere un punto d’onore dell’esecutivo giallo-verde, visto che gli ultimi governi si erano interessati poco ai destini di questa metropoli.

Vendetta nordista? L’immagine è forte. Ma una cosa è la legittima protesta di un alleato verso una sindaca che amministra male. Un’altra cosa è tradurre questo risentimento in un attacco nei confronti dell’intera comunità dei romani, rischiando oltretutto di alienarsi le simpatie che Salvini sta riscuotendo da queste parti. E così questo governo, oltre a dare uno spettacolo poco rassicurante per il Paese, si mette anche contro la città che al massimo grado lo rappresenta. E la trascina in un cupio dissolvi, invece di darle la mano di cui ha disperato bisogno.
 
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