Rifiuti Roma, Bagnacani accusa: «Da Raggi pressioni sui conti Ama». Salvini: sindaca incapace

Giovedì 18 Aprile 2019
Rifiuti Roma, Bagnacani accusa: «Da Raggi pressioni sui conti». Lega: Virginia si dimetta

Un esposto in cui tira in ballo in prima persona la sindaca di Roma Virginia Raggi per «avere fatto pressioni» per ottenere la modifica del bilancio Ama. Un documento affidato dall'ex presidente e ad della municipalizzata dei rifiuti, Lorenzo Bagnacani, ai magistrati della Procura di Roma che da tempo indagano sui conti della azienda.

Denuncia a cui il manager ha allegato una serie di chat e registrazioni da cui emergerebbero le «richieste» della Raggi di intervenite sul bilancio di Ama. «Nessuna pressione», smentisce il Campidoglio sottolineando però che «il bilancio proposto da Bagnacani (e poi bocciato, ndr) prevedeva premi per lui e i dirigenti». 

Rifiuti Roma, Campidoglio: «Nessuna pressione, bilancio Ama violava le norme»



Ed esplode la polemica con il Pd («Raggi si dimetta subito e chieda scusa ai romani», dice Mariano Angelucci, vice segretario dei dem capitolini) e l'alleato di governo Lega che chiedono le dimissioni e M5S che bolla la richiesta come «goffa ripicca» (per l'affaire Siri) sottolineando che la sindaca «neanche è indagata». Il barometro sull'amministrazione capitolina, dopo la vicenda nomine, torna a segnare «burrasca». Tra Salvini e Raggi si consuma un nuovo durissimo scontro, con Salvini che le dà dell'incapace e ne chiede le dimissioni e la sindaca che replica invitandolo a indossare meno felpe e lavorare di più.

Nel procedimento aperto a piazzale Clodio, al momento risulta indagato per tentata concussione il dg del Campidoglio, Franco Giampaoletti, oltre che l'ex ragioniere del Comune, Luigi Botteghi e il capo ad interim della Governance, monitoraggio e controllo organismi partecipati Giuseppe Labarile. La vicenda riguarda i 18 milioni di credito per i servizi cimiteriali vantati da Ama, e proprio su questi crediti Bagnacani nel suo esposto, anticipato dal sito del settimanale L'Espresso, sostiene di avere ricevuto pressioni per non inserirli nel bilancio della municipalizzata. Versione smentita da Palazzo Senatorio che anzi sottolinea come «il bilancio proposto dall'ex ad Lorenzo Bagnacani non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale perchè non avrebbe rispettato la legge» visto che «il ragioniere generale, il direttore generale, il segretario generale, l'assessore al Bilancio e tutti i dipartimenti competenti hanno certificato l'assoluta mancanza di possibilità di riconoscere il credito inserito nel progetto di bilancio».

Ai prefetti i poteri dei sindaci, schiaffo leghista alla Raggi

Ma il manager, congedato dall'amministrazione nel febbraio scorso, afferma nell'esposto che, oltre alle «interferenze» «sull'intero cda dell'azienda», poi dimessosi, la sindaca lo avrebbe spinto «a togliere dall'attivo (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell'anno precedente) crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili con l'unico obiettivo - sostiene Bagnacani - di portare i conti di Ama in rosso». Sullo sfondo secondo l'ex manager «il rischio di privatizzazione di Ama». A corredo della denuncia anche una serie di audio di incontri avvenuti nell'autunno scorso tra la Raggi e l'ex numero uno di Ama. «Devi modificare il bilancio come chiede il socio.

Tu lo devi cambiare comunque, anche se ti dicono che la luna è piatta», le parole della sindaca che in un'altra intercettazione si lamenta dello stato in cui versano le strade. «Se i romani si affacciano vedono la merda in città, in alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene, in altre zone non c'è modo, non c'è modo». E ancora: «io ho la città praticamente fuori controllo, i sindacati che fanno quel cazzo che vogliono». Anche alla luce di queste intercettazioni da più parti politiche si chiede alla sindaca di fare un passo indietro. «Ci aspettiamo un gesto finalmente concreto da parte del sindaco Raggi, come chiederebbe il Movimento Cinque Stelle a chiunque si trovasse nelle sue condizioni», afferma il ministro ed esponente della Lega, Gian Marco Centinaio. Stessa richiesta avanzata da rappresentati del Pd e di Forza Italia. «Quanto emerge da alcune intercettazioni pubblicate è gravissimo»,afferma il deputato e membro della Direzione Nazionale del Pd Roberto Morassut.

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA