Notre Dame, Di Battista: «Tanto denaro per ricostruirla, ma alla Libia nulla. Quanti morti ci sono stati?»

Mercoledì 17 Aprile 2019
Notre Dame, Di Battista: «Tanto denaro per ricostruirla, ma alla Libia nulla. Quanti morti ci sono stati?»
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«Quanti morti ci sono stati in Libia negli ultimi giorni? Solo fino a ieri sera è stato possibile saperlo. Poi le immagini dell'incendio parigino hanno »oscurato« o, quantomeno, reso estremamente difficile, saperne di più sul sangue versato a Tripoli. Non voglio urtare la sensibilità di nessuno, dico solo che a Parigi, grazie a Dio, non è morto nessuno. Quel tetto e quella guglia verranno ricostruiti. Vedrete, il denaro per farlo non mancherà. Quel denaro che al contrario non arriva mai quando si tratta di altre ricostruzioni o di altre latitudini del pianeta». Lo scrive, in un post, Alessandro Di Battista.

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«Ci sono gli americani, su tutti Hillary Clinton.
Chi di voi non l'ha ancora vista sorridente mentre, parlando di Gheddafi disse: "Siamo venuti, abbiamo visto e lui è morto?". Poi c'è Obama, colpevole di essersi lasciato convincere a bombardare la Libia proprio dalla Clinton. Poi ci sono i francesi di ieri. Poi c'è Berlusconi. Il fatto che lui non volesse tradire Gheddafi rende il suo ignobile tradimento ancor più grave. C'è poi chi governava con Berlusconi. Una a caso: Giorgia Meloni. Oggi la sentite attaccare i francesi per quei bombardamenti ma secondo voi, nel 2011, la votò o meno la risoluzione che appoggiava l'intervento armato in Libia? Ovviamente sì. Per finire ci sono i francesi di oggi, quelli che se ne fregano dei profughi (tanto al limite vanno in Italia) e che, nell'ombra, incitano Haftar a non fermarsi. Macron ieri ha messo su un'espressione contrita e ha detto che Notre Dame verrà ricostruita. Sarà anche vero ma l'unica ricostruzione che davvero gli interessa è quella di una Francia imperialista capace di mettere le mani sui pozzi di petrolio libici», attacca Di Battista, che conclude: «Poi, tra i responsabili, ci siamo anche un pò noi. Perché se fossimo capaci di trasformare commozioni passeggere in indignazione perenne beh, forse, vivremmo in un Paese più giusto».
Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 03:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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