Riparato lo squarcio simbolo di Vaia: «Dopo ben 6 mesi torno a casa mia»

Martedì 16 Aprile 2019 di Olivia Bonetti
Riparato lo squarcio simbolo di Vaia: «Dopo ben 6 mesi torno a casa mia»
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SEDICO - L’immagine simbolo del disastro di Vaia non c’è più: lo squarcio al Mas sta sparendo, grazie ai lavori del Genio Civile, che sono in corso. E, a distanza di quasi 6 mesi dalla devastazione del 29 ottobre scorso, anche Gloria Roni potrebbe rientrare nella sua casa: l’abitazione storica della famiglia di imprenditori edili Roni, in via Agordina al Mas. Più di altre, casa Roni (crollata a metà nella parte della palazzina dedicata agli uffici costruita negli anni Ottanta), ha rappresentato il senso del disastro Vaia, simile a un terremoto. La casa di Gloria (la parte storica dell'edificio) è rimasta in piedi. Quella casa, nella grande alluvione del 1966, crollò parzialmente, e venne ricostruita dal padre più forte di prima. Grazie a quelle opere di fortificazione si è salvata da Vaia. Ma, accanto a quella “fortezza”, negli anni Ottanta venne realizzata da Roni la palazzina con uffici, che il 29 ottobre 2018 è collassata su se stessa. L'immagine di quelle macerie hanno fatto il giro del mondo. Difficilmente verrà ricostruita.
SFOLLATA 
«Gloria devi andare via». Così le avevano detto i tecnici del Comune il giorno del disastro. Era stata “sfrattata” per motivi di sicurezza e dal quel 29 ottobre non ci ha più fatto ritorno. «Mi hanno detto- racconta - che entro fine mese forse potrò rientrare a casa e ci spero tanto. È stata dura». Gloria vive in un’abitazione al Peron messa a disposizione da una cugina francese, ma chiaramente deve pagare l’affitto. «Vide le immagini della casa in un telegiornale dalla Francia - racconta - e riconobbe la mia casa, come tanti altri nel mondo che mi contattarono in quel periodo e mi offrì l’alloggio». Oltre alle spese di affitto ha dovuto sostenere quelle delle bollette per due abitazioni. «Ad oggi - spiega - ho preso 500 euro per le bollette e niente altro, ma sono fiduciosa: ho chiamato anche in Regione e ho ricevuto rassicurazioni che i danni verranno risarciti. Ci voglio credere». Nel suo caso si tratta di diverse decine di migliaia di euro di danni alla casa, dove la fognatura è stata portata via dal Cordevole, oltre ai garage allagati. «Il Genio civile - racconta - ha rimosso le macerie e fatto delle verifiche, e poi hanno proceduto al consolidamento della base con 420 quintali di cemento. Stanno lavorando ancora all’arginatura e presto anche al ripristino della fognatura. Gli appartamenti della nostra casa non si erano mossi: la casa è rimasta ferma nel ‘66 come stavolta, ma hanno voluto consolidare bene le fondamenta». 
IL SINDACO
«La situazione - spiega il sindaco Stefano Deon - è molto complessa dal punto di vista tecnico e il Genio civile sta facendo un ottimo lavoro, ma non c’è al momento una data precisa per il rientro. Il lavoro ha richiesto uno studio, sia dal punto di vista idraulico e geologico, molto importante per definire quale fosse la soluzione tecnica adeguata e idonea per difendere l’argine da eventuali piene». Un’opera da un milione e mezzo di euro, che però dovrebbe preservare da disastri simili in futuro: è stata fatta anche una simulazione idraulica di una piena come quella del 29 ottobre scorso e con le opere fatte non ci saranno più quelle conseguenze catastrofiche. Il sindaco conferma anche che la palazzina uffici difficilmente verrà ricostruita: «Due alluvioni e due crolli, quella zona dal punto di vista idraulico sarà considerata pericolosa: ci penseremo due volte». 
Ultimo aggiornamento: 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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