Raggi sfida Salvini: «Noi stufi delle sue chiacchiere, fa politica sulla pelle dei romani»

Lunedì 15 Aprile 2019 di Simone Canettieri
Virginia Raggi
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Sarà che sta passando la domenica in famiglia e che non ha voglia di litigare. Ma al termine dell’ennesima settimana di scontri a distanza con Matteo Salvini, Virginia Raggi conta fino a dieci prima di rispondere all’ultima stoccata del ministro dell’Interno: «Io non ci sto. Non si può giocare la campagna elettorale sulla pelle dei romani. Basta. Al di là delle appartenenze politiche, devo e voglio difendere la mia città. Siamo stanchi delle sue chiacchiere».

Sindaca, Salvini dice che per amministrare servono le spalle larghe.
«Bene, io ho le spalle larghe e non mi spavento facilmente. Io le villette dei clan mafiosi le ho abbattute, dopo decenni di silenzio delle precedenti giunte: otto case del clan Casamonica buttate giù dalla ruspa. Come, allo stesso modo, abbiamo cacciato gli Spada dalle case popolari che occupavano abusivamente ad Ostia».

Roma, nuovo affondo di Salvini: «Serve scienziato per la monnezza?»

Il leader della Lega mette a nudo il problema dei rifiuti. La sua giunta da quasi due mesi non ha un assessore all’Ambiente: difficile dargli torto o no?
«Per togliere la spazzatura non serve assolutamente uno scienziato, ma sono necessari duro lavoro e costanza. Che siamo sotto attacco credo sia innegabile visti i continui incendi agli impianti, ai cassonetti, alle isole ecologiche, e che la regione Lazio non abbia un numero di impianti adeguato ai rifiuti prodotti nella regione stessa è sotto gli occhi di tutti. Di certo, non bastano due tweet e qualche battuta ad effetto. L’assessore? Conto al più presto di chiudere la casella mancante».

 



Ma quando?
«Presto. Dobbiamo scegliere una figura all’altezza della sfida, stiamo parlando di Roma».

La norma sul debito storico della Capitale è diventata un problema per il governo. Anche su questo Salvini dice che non è giusto che gli italiani paghino gli errori commessi da altri. Può essere chiara e definitiva?
«Glielo ho spiegato anche in un video semplice semplice, usando due pezzi di pane. Oggi il debito di 13 miliardi che il centrodestra nel 2008 ha addossato in parte a Roma e in parte all’Italia, aprendo la gestione commissariale, costa 500 milioni l’anno, suddiviso in due quote: 300 da parte dello Stato e 200 da parte di Roma. Domani il debito continuerà a costare allo Stato 300, anzi pure un po’ di meno. Perché lo Stato dal 2021 rinegozierà il debito. Ci saranno risparmi 2,5 miliardi e l’Iperf potrà scendere. Salvini è stato informato male».

Ma i romani dovranno sorbirsi questo scontro tra lei e il vicepremier fino alle Europee? La città non merita risposte immediate?
«Lo ripeto: a me non interessa litigare. Quando mi incontro o mi sento con il ministro si dimostra disponibile. Collaborare è anche nel suo interesse. Le scaramucce fanno parte del gioco politico e mediatico. Preferisco concentrarmi sul lavoro da fare per la città».

Ma come vive questa Opa della Lega sul Campidoglio? Teme che alle Europee ci sarà il sorpasso sul M5S anche a Roma?
«Io voglio pensare alla città e a una sana interlocuzione con il ministro dell’Interno. Colpisce che tanti referenti locali della Lega siano stati in passato molto vicini al centrodestra che ha governato la città con esiti sotto gli occhi di tutti».

Il ministro dice che è pronto a darle una mano: ci crede?
«E’ pronto a mettere a disposizione poliziotti e telecamere? Voglio prenderlo in parola: sulla sicurezza c’è bisogno di maggiore presenza dello Stato, se non vogliamo lasciare spazio a formazioni estremiste come CasaPound. Ci sostenga nella richiesta per assumere altri uomini della polizia urbana di Roma. Da quando sono arrivata ho assunto circa mille poliziotti e vigili ma comunque la città ha una carenza di almeno altre 2.000 unità. Le soluzioni ci sono, altrimenti restano soltanto parole e polemiche».

Sta dicendo che Capitale è poco sicura?
«Non è un mistero che Roma sia da sempre al centro degli appetiti della criminalità organizzata. Negli ultimi anni, i segnali di intimidazione nei confronti della mia amministrazione e della stragrande maggioranza dei romani onesti non mancano. Dal ministro mi aspetto un segnale di sostegno alla città che rinasce. Le polemiche pre-elettorali non aiutano, non premiano. I cittadini chiedono risultati concreti agli amministratori e ai politici».

Ma Salvini tocca comunque problemi reali: come la battuta sul traffico normale, ma solo nel giorno della Formula E. Non crede che i romani la pensino come lui alla lunga?
«Lo spettacolo che, come città e amministrazione, abbiamo offerto al mondo con la Formula E ha fatto colpo anche sul ministro. Ha dovuto riconoscere che abbiamo fatto un buon lavoro portando in Italia investimenti importanti e consegnando ai media internazionali una immagine moderna e propositiva dell’intero Paese. Mi auguro che il prossimo anno Salvini torni: sarà una edizione ancora più entusiasmante».
 

Ultimo aggiornamento: 13:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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