False fatture nel settore conciario: sequestrati beni per 800mila euro

Lunedì 15 Aprile 2019
False fatture nel settore conciario: sequestrati beni per 800mila euro
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VICENZA  - I finanzieri del comando provinciale di Vicenza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal tribunale di Vicenza, finalizzato alla confisca «per equivalente» di beni e disponibilità finanziarie intestate a un soggetto giuridico, formalmente attivo nel settore della concia, e al suo amministratore per un valore complessivo di 796.132 euro.

Nel dicembre 2016, i militari della compagnia di Arzignano avevano concluso una verifica fiscale nei confronti di una società a responsabilità limitata, formalmente attiva nel commercio all'ingrosso di cuoio e pelli gregge e lavorate, a seguito della quale era stata interessata l'autorità giudiziaria di Vicenza per fatti di rilevanza penale compiuti dal suo amministratore, M. G., cinquantenne di Arzignano. Secondo la ricostruzione dei militari, l'uomo avrebbe istituito la società per consentire l'evasione fiscale a terzi attraverso l'emissione di un cospicuo ammontare di fatture false: un imponibile di oltre 4 milioni fra il 2013 e il 2015.

Nel corso delle attività, si è anche avuto modo di constatare come la stessa fosse evasore totale, non avendo mai versato imposte dal 2013, non avesse una sede effettiva o un magazzino, non disponesse di mezzi per l'esercizio dell'attività imprenditoriale e, soprattutto, non avesse sostenuto acquisti tali da giustificare vendite di così cospicuo ammontare.
Si trattava, in sintesi, di una serie di indizi tali da far ritenere totalmente inesistente l'esercizio di un'attività effettiva e, pertanto, che la società non fosse mai stata operativa.
Un ulteriore riscontro all'ipotesi investigativa è stato fornito dall'assenza di un depositario delle scritture contabili e dal mancato ritrovamento dei documenti amministrativo-fiscali la cui tenuta, per legge, è obbligatoria. Sulla questione, è apparso di tutta evidenza come le dichiarazioni del rappresentante legale,m secondo cui le scritture si trovavano in Romania, fossero un mero tentativo di ostacolare la ricostruzione delle vicende aziendali e l'individuazione dei beneficiari della frode messa in atto. La ricostruzione del volume d'affari, pertanto, è passata attraverso l'effettuazione di controlli incrociati e di questionari nei confronti di clienti e fornitori individuati dalla consultazione delle banca dati in uso al Corpo. Gli elementi così raccolti hanno consentito alle Fiamme Gialle di sostenere che le fatture emesse dalla società fossero relative a operazioni inesistenti e, conseguentemente, di proporre alla Procura della Repubblica di Vicenza il sequestro delle imposte dovute, in questo caso corrispondenti all'Iva complessivamente evasa, così come risultante dalle fatture di vendita.

Il riscontro è arrivato mediante l'emissione di un provvedimento di sequestro, a firma del gip di Vicenza. L'esecuzione è avvenuta attraverso il sequestro di saldi di conto corrente, quote azionarie e beni immobili. G. M., pochi giorni dopo la conclusione della verifica fiscale, ha dato vita a un trust in cui far confluire i fabbricati di cui era proprietario, due appartamenti con garage siti in Arzignano (Vi) e Sirmione (Bs), a beneficio della figlia minorenne. I finanzieri hanno comunque posto i sigilli sugli immobili, essendo emersi plurimi elementi indiziari di simulazione.
Ultimo aggiornamento: 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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