Investe 15mila euro in diamanti, poi scopre che non valgono più di 4.500

Giovedì 11 Aprile 2019
Investe 15mila euro in diamanti, poi scopre che non valgono più di 4.500
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MANIAGO - Gli avevano detto che era un bene rifugio, un investimento garantito. Invece i due diamanti, acquistati nel gennaio 2012 per 15.500 euro, pare non ne valgano più di 4.500. A stimarli è stato un gioielliere esperto di pietre preziose. In seguito alla sua valutazione un risparmiatore di Maniago ha deciso di presentare una denuncia alla Procura attraverso l'avvocato Fabiano Filippin. L'inchiesta, che a Udine ha portato all'iscrizione sul registro degli indagati di tre persone, sbarca nel Friuli Occidentale un paio di mesi dopo il sequestro preventivo per oltre 700 milioni di euro eseguito dalla Guardia di finanza a carico di due società e cinque banche. I sequestri sono stati eseguiti nell'ambito di un'inchiesta milanese per truffa aggravata e autoriciclaggio. Si ipotizza che i diamanti siano stati venduti attraverso i canali bancari a prezzi superiori rispetto al loro valore. Una settantina sono le persone  indagate, mentre le società coinvolte sono la Intermarket Diamond Business di Milano (IDB, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (DPI). Le banche sono Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo, Monte dei Paschi e Banco popolare di Milano (BpM).
Ed è con la BpM della filiale di Maniago che il risparmiatore friulano ha acquistato diamanti come forma di investimento sicuro da speculazioni e oscillazioni di mercato. La banca, precisamente l'allora responsabile del settore Gestioni privati, ha fatto da intermediario e promosso l'investimento ai correntisti. «Non mi sarebbe mai venuto in mente di investire in diamanti - spiega la vittima - Ma mi disse che un altro cliente aveva sottoscritto la promozione ed era rimasto entusiasta. I diamanti vennero consegnati nella filiale della banca di Maniago con tanto di certificazione che confermava le caratteristiche delle pietre».
Nel gennaio 2017 il risparmiatore tenta di venderle e le affida alla IDB, la società da cui le aveva acquistate e che adesso è fallita. L'operazione avviene sempre attraverso la banca. «Mi dissero che il valore era notevolmente aumentato rispetto all'acquisto iniziale - afferma la vittima - Erano quotati 8.821 euro anzichè 7.491 e 9.490 euro rispetto agli 8.059 sborsati per l'acquisto cinque anni prima». Ma il primo tentativo di vendita fallisce. Fallisce anche il secondo e le pietre tornano a Maniago per mancanza di acquirenti, ma con tanto di documentazione che comprova il prezzo di mercato aumentato. Quando tenta di venderli da solo, il giovane scopre il raggiro.
C.A.
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