Il pestaggio a Venezia: in venti contro quattro, uno dei feriti è grave

Martedì 9 Aprile 2019 di Davide Tamiello
CENTRO STORICO In alto campo San Geremia, teatro dell ultima aggressione di sabato notte
33
Li hanno aggrediti senza nessun motivo, in venti contro quattro. Il risultato: due ragazze e due ragazzi, tra i 25 e i 30 anni, sono finite all’ospedale con prognosi dai 7 ai 40 giorni. L’ennesimo atto della baby gang di Venezia, che negli ultimi mesi ha messo a segno più di una decina di aggressioni con il medesimo copione. E il registro, appunto, è sempre lo stesso: pestaggi in branco su obiettivi casuali, con il solo scopo di ferire degli estranei. Il paragone con “Arancia meccanica”, il film culto di Stanley Kubrick, è banale, ma descrive bene la violenza totalmente gratuita di questo gruppetto di ragazzi del centro storico e delle isole che dall’inizio dell’anno semina il panico nelle sere tra le calli.
CAMPO SAN GEREMIA
È poco passata la mezzanotte in campo San Geremia quando i quattro si ritrovano accerchiati dalla banda. «Dacci una sigaretta», nemmeno il tempo di una risposta e partono i pugni. Quaranta mani che cominciano a picchiare simultaneamente e con forza. Una ragazza riesce a chiamare aiuto, arriva le volanti e gli agenti dal commissariato San Marco, ma gli aggressori ormai si sono volatilizzati. I quattro giovani vengono portati in pronto soccorso d’urgenza. Le diagnosi dei medici sono un bollettino di guerra: le ragazze hanno lesioni per quindici giorni di prognosi, dei due ragazzi, invece, uno se la cava con sette giorni. L’altro, invece, è decisamente più grave: una vertebra incrinata e 40 giorni di prognosi. Il che significa, peraltro, che la polizia non dovrà attendere una denuncia per andare a cercare i responsabili ma potrà procedere d’ufficio, data la gravità del caso. Ormai in città questa banda è diventata famosa per le sue scorribande: quattro pestaggi tra il 10 e il 13 gennaio, poi una donna colpita con un pugno in faccia, tanto forte da farle saltare quattro denti. Stesso trattamento riservato a un artista di 51 anni.
LA BANDA DI TERRAFERMA
Questa la baby gang di laguna, al di là del ponte c’è quella di terraferma. Non ci sono al momento elementi che provino che possano essere in contatto, ma vista la genesi di questi gruppi, non è detto che i componenti siano intercambiabili. L’ultimo episodio, a Mestre, è quello di sabato sera in via Fapanni. Un gruppo di ragazzi, dai 13 ai 18 anni, ha rapinato e picchiato il titolare e il dipendente del minimarket Mazi che si erano rifiutati di vendere alcolici a un minore. Il quintetto (altri tre sarebbero rimasti all’esterno del locale) ha reagito prima lanciando uova e rompendo bottiglie, poi immobilizzando e prendendo a pugni i due negozianti, minacciandoli inoltre con un coltello. Infine, il gruppetto se ne è andato con il contenuto della cassa, quasi 700 euro, e una decina di birre. La polizia, intervenuta sul posto, li ha denunciati per rapina e riconsegnati alle famiglie.
Il caso in sé è grave ma va letto in un contesto più generale. Perché secondo gli inquirenti, infatti, il gruppo farebbe capo alla stessa baby gang che, il pomeriggio di martedì 26 marzo, ha massacrato di botte un ventenne all’interno del centro commerciale “Le Barche”. Gli investigatori stanno cercando di capire, in queste ore, che tipo di legame ci possa essere tra i due episodi. Che esista un filo conduttore, comunque, è un po’ più di un’ipotesi. Così come evidentemente ci deve essere un collegamento tra il pestaggio del ventenne e le lettere di minacce trovate nel negozio dei suoi genitori il giorno dopo l’episodio.
DANNEGGIAMENTI
Il nucleo fondante della banda sarebbe della zona di Altobello. Area che, da mesi, si trova a fare i conti con una serie interminabile di atti vandalici. La notte di sabato 23 marzo, per esempio, qualcuno ha incendiato l’auto di un docente di via Cimabue. Alle cinque del mattino, un boato e fiamme alte quattro metri, per un totale di circa 14mila euro di danni. Stando ai filmati delle telecamere, anche in questo caso ad agire sarebbe stato un gruppetto di giovani.
I residenti della zona, poi, raccontano che negli ultimi mesi si sarebbero moltiplicati i casi di cassonetti bruciati, muri imbrattati, garage scassinati, piccoli furti di bici o all’interno delle auto. Difficile pensare a episodi isolati, anche se riuscire a collegarli tutti a una mano (o a una mente) unica è altrettanto complicato.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci