L'esercito dei medici pendolari dell'ospedale Civile: su 118 solo 47 vivono a Venezia

Venerdì 5 Aprile 2019 di Roberta Brunetti
L'esercito dei medici pendolari dell'ospedale Civile: su 118 solo 47 vivono a Venezia
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VENEZIA - Frotte di camici bianchi che ogni giorno devono attraversare il ponte della Libertà per raggiungere l'ospedale. Pendolari legati, di fatto, ai mezzi pubblici, di acqua, ma anche di terra, visti prezzi e disponibilità dei parcheggi di Piazzale Roma. La specificità-scomodità dell'ospedale veneziano si misura anche su questa realtà quotidiana, perché chi lavora al Civile in maggioranza viene da fuori. Anche i medici che vivono in centro storico ormai sono una minoranza, con interi reparti che si reggono su dottori pendolari. «Per questo Venezia insulare va considerata come zona disagiata - rilancia il presidente dell'Ordine dei medici di Venezia, Giovanni Leoni - per tutti gli operatori che devono raggiungere l'ospedale con i mezzi pubblici». Chirurgo dell'ospedale veneziano, oltre che numero due della Federazione nazionale, il presidente si è preso la briga di passare in rassegna i colleghi di quindici reparti - la quasi totalità - per verificare l'incidenza del pendolarismo. Ebbene, su 118 medici in servizio solo 47 vivono tra centro storico e isole, il 39,8%. Gli altri arrivano dalla terraferma, spesso dopo viaggi lunghi e scomodi. Un altro dato su cui riflettere in questi giorni in cui tanto si parla dell'ospedale veneziano.
EFFETTO PONTEChe il Civile viva di pendolarismo lo si era visto bene l'anno scorso, quando il crollo del pilone sul ponte della Libertà impedì a tanti sanitari di raggiungere l'ospedale. Così chi era già in servizio si fermò per garantire i turni.
Ora i calcoli di Leoni confermano quel quadro, restituendone chiari e scuri. Come mostra la tabella che pubblichiamo a fianco, ci sono reparti in cui i veneziani sono ancora dominanti, come Anatomia patologica (4 su 4) o Geriatria (5 su 6). Restano la maggioranza in altri reparti importati, come Pronto soccorso (8 su 14) e Medicina (6 su 9). Ma nel resto dell'ospedale il rapporto si rovescia, con reparti strategici dove i veneziani sono in netta minoranza o assenti: 3 su 12 ad Anestesia, 5 su 12 a Chirurgia, 3 su 12 a Cardiologia, 4 su 11 a Radiologia, 0 su 7 a Oncologia...
UN PROBLEMA GENERALEQuesto per i medici, ma ovviamente il problema è di tutte le professioni sanitarie, con altre dinamiche che preoccupano. «Tradizionalmente molti infermieri del Civile arrivavano da Pellestrina e Chioggia, ma oggi anche il loro numero si è ridotto - spiega Leoni - perché preferiscono cercare lavoro nell'ospedale di Chioggia che è stato rinnovato». Ed ecco l'importanza di rendere attrattivo l'ospedale veneziano, su più fronti.
CASE E TRASPORTILa vecchia idea di destinare alloggi alle professioni mediche, in una città dove il turismo ruba le case a tutti, appare sempre più complicata da realizzare. Leoni si sofferma, invece, sui trasporti. «Per un medico o un infermiere è improponibile arrivare a Venezia in auto, come invece può fare all'Angelo». Ricorda la linea Actv San Giuliano - ospedale, rapidamente eliminata perché poco frequentata. «Sarebbe da riconsiderare, basterebbero poche corse ai cambi turno, in particolare per favorire gli infermieri». C'è poi il tema di un pendolarismo che si mescola ai flussi turisti. «I viaggi si fanno in piedi, sia in autobus che in vaporetto. In treno ancora si trova posto, ma sarà da vedere in futuro con gli ulteriori aumenti prospettati per il turismo» avverte Leoni. Tutti nodi da risolvere, per il futuro del Civile.
Roberta Brunetti
Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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