Migranti, favori e soffiate alle coop: 12 indagati, anche due ex Prefetti

Martedì 2 Aprile 2019 di Gianluca Amadori
protesta dei migranti nel centro di Cona nella primavera 2018
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VENEZIA - Due ex prefetti di Venezia sotto inchiesta con l’accusa di aver comunicato in anticipo l’imminente arrivo di alcune ispezioni al Centro di accoglienza straordinario (Cas) per migranti di Cona e di aver dichiarato il falso alla Commissione parlamentare e alla Cabina di regia sull’immigrazione, di fronte alle quali fu assicurato che le visite avvenivano senza alcun preavviso.

La Procura di Venezia ha chiuso le indagini avviate in relazione all’attività del gestore del Cas di Cona (chiuso definitivamente lo scorso dicembre), la cooperativa Edeco/Ecofficina di Padova, notificando ieri l’avviso di deposito degli atti a 12 indagati, tra i quali figurano Domenico Cuttaia, 67 anni, e Carlo Boffi Farsetti, 67 anni, oggi residenti entrambi a Roma, succedutisi al vertice della prefettura lagunare dal 2012 al 2018. Assieme a loro risultano indagati anche due viceprefetti di Venezia, Vito Cusumano, 58 anni, poi diventato Commissario del Governo per la provincia di Bolzano, e la veneziana Paola Spatuzza, 56 anni, ai quali vengono contestati gli stessi reati, ovvero rivelazione di segreto d’ufficio e falso, relativi ad episodi che risalgono al periodo compreso tra 2015 e 2017.

I FUNZIONARI Nell’inchiesta, coordinata dai pm Lucia D’Alessandro e Federica Baccaglini, sono inoltre indagati altri tre funzionari di Ca’ Corner, Rita Francesca Conte, 52 anni, di Preganziol, Gabriele Ballarin, 49 anni, di Pellestrina, e Luciano Giglio, 64 anni, di Mira, ai quali viene mossa soltanto l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio in relazione ad alcuni accessi a Cona effettuati nel 2017, ma anche in alcune strutture di via Castellana, a Mestre e di Marghera, che sarebbero stati preavvisati il giorno precedente. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è l’atto che, normalmente precede una richiesta di rinvio a giudizio e consente agli indagati di venire a conoscenza delle accuse formulate dalla Procura e di fornire tutti gli elementi difensivi ritenuti utili prima che gli inquirenti decidano se chiedere o meno il processo per tutti. I filoni d’indagine sono principalmente due: il primo riguarda alcune visite ispettive che, secondo i magistrati, si sarebbero dovute svolgere a sorpresa, in modo da verificare lo svolgimento regolare dell’attività all’interno del Centro di Cona (e di altre strutture sempre gestite da Edeco) e che, invece, stando ad una serie di intercettazioni telefoniche, risultano essere state preannunciate in più di un’occasione consentendo, almeno in via teorica, che il gestore del Cas potesse mettere in regola eventuali inadempienze o approntare servizi in tutto o in parte non messi a disposizione degli ospiti. Alla dottoressa Spatuzza viene contestata anche una visita preannunciata al Centro di Dolo.

FRODE CONTRATTUALE Il secondo filone riguarda, invece una presunta truffa e frode nell’adempimento di obblighi contrattuali che vede sotto accusa innanzitutto l’amministratore di fatto di Edeco, Simone Borile, 49 anni, di Battaglia Terme (Padova), assieme ad altri suoi soci e collaboratori. In un’ipotesi di frode risulta indagato anche l’ex prefetto Cuttaia (successivamente promosso all’incarico di Commissario straordinario antiracket e antiusura, ricoperto fino a pochi mesi fa), al quale viene contestato di aver procrastinato due ispezioni della Ulss, nel marzo e agosto del 2016, per occultare «inadempienze contrattuali e di natura igienico sanitaria». Assieme all’ex prefetto per questa imputazione sono chiamati in causa Borile, sua moglie Sara Felpati, 45 anni, di Battaglia Terme e Gaetano Battocchio, 44 anni, di San Martino di Venezze (Rovigo), rispettivamente in qualità di vicepresidente e presidente di Edeco.

PERSONALE INSUFFICIENTE Borile, Felpati, Battocchio e la direttrice di Edeco, Annalista Carraro, 29 anni, di Battaglia Terme, sono accusati inoltre di truffa e frode nell’esecuzione del contratto siglato con lo Stato per la gestione del Cas di Cona, in quanto avrebbero impiegato giornalmente, all’interno del Centro, dall’agosto del 2016 al gennaio del 2017, un numero di dipendenti mediamente inferiore alle 14 unità, cioè meno di quanto previsto dall’offerta grazie alla quale la cooperativa si era aggiudicata l’appalto. L’inadempimento, si legge nel capo d’imputazione, sarebbe stato posto in essere «con l’espediente malizioso consistito nello spostare gli operatori da un centro di accoglienza all’altro (strutture tutte gestite da Edeco), nel predisporre documentazione falsa (...) nonché nel predisporre ed occultare documentazione inerente la rendicontazione delle effettive ore prestate da ciascun dipendente».

MEDICI E INFERMIERI La Procura contesta, in particolare, di aver impiegato giornalmente medici e infermieri con turni e orari di servizio inferiori al previsto, nonché di aver subappaltato il servizio, dal dicembre del 2016, a Cba Group cooperativa sociale, senza averlo comunicato alla stazione appaltante.
Per quest’ultima mancata comunicazione (un semplice reato contravvenzionale) è accusato, oltre a Borile e Felpati, anche l’amministratore di Cba Group, Marco Arboit, 35 anni, di Battaglia Terme.
Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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