Banche nel mirino, scudo del Colle: dura lettera del Presidente

Venerdì 29 Marzo 2019
Banche, Mattarella firma legge la legge sulla Commissione d'inchiesta: «Non si sovrapponga ad autorità indipendenti»
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Sergio Mattarella ci ha pensato su poco meno di un mese. Poi, dato che l’istituzione della commissione d’inchiesta sulle banche è prerogativa del Parlamento, il capo dello Stato ha dato il via libera. Ma l’ha fatto accompagnando la controfirma con una lettera inviata a Maria Elisabetta Alberti Casellati e a Roberto Fico. Ai presidenti di Senato e Camera, Mattarella chiede di vigilare sull’attività della Commissione, affinché non inneschi un conflitto tra poteri dello Stato. E soprattutto non screditi il sistema bancario italiano in una fase già molto critica per l’economia.
La decisione del Presidente arriva a metà giornata. Dopo che erano trapelate le perplessità del Quirinale, i 5Stelle cominciano di buon mattino il cannoneggiamento: «Sulla Commissione non possiamo e non vogliamo perdere altro tempo. E’ una prerogativa del Parlamento indagare per restituire la verità ai risparmiatori truffati», intimano i capigruppo grillini Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. Più ruvido Matteo Salvini che attacca Bankitalia e Consob: «Il Colle ha dubbi? Io i dubbi ce li ho su chi doveva vigilare e non ha vigilato mentre le banche saltavano l’una dopo l’altra».

Vista l’aria, preso atto che la moral suasion è fallita, Mattarella promulga la legge. Ma con una lettera in cui chiede a Fico e Casellati «di vigilare con attenzione» affinché l’organismo d’inchiesta non debordi sconfinando in attività incostituzionali. Il Presidente in sostanza dettaglia le criticità delle quali il provvedimento è potenzialmente portatore e pianta una serie di paletti invalicabili. Primo fra tutti i rischi sull’erogazione del credito e l’indipendenza di una serie di istituzioni che vanno da Bankitalia alla Bce, dalla Consob all’Ivass.
 
GLI ALTOLÀ
Ecco i passi più importanti del documento: «Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta ma non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa “analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia». Ancora: «L’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti, si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione». 

Di più. «Occorre evitare», aggiunge Mattarella, «il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi - quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato - all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea. Ricordo che né le banche centrali né, tantomeno, la Bce possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri». Non manca un paletto piantato a difesa dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura: «Il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria», in quanto «l’inchiesta parlamentare non deve influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità».

Tracciato il perimetro, la lettera di Mattarella si chiude con una esortazione a Fico e Casellati: «Sono certo» che i presidenti del Senato e della Camera, seguiranno «con attenzione lo svolgimento dei lavori della Commissione affinché sia assicurato il rispetto dei limiti derivanti dalla Costituzione e dall’ordinamento dell’Unione europea, nonché il rispetto dei diversi ruoli e responsabilità».

Di Maio accoglie la firma del Presidente con soddisfazione, promettendo «senso dello Stato e responsabilità». Ma il grillino Buffagni subito dopo dichiara: «Andremo fino in fondo, e faremo pulizia», facendo capire che la Commissione si trasformerà presto in un processo al sistema bancario. Soprattutto, i 5Stelle confermano la candidatura a presidente Gianluigi Paragone. Il pasdaran grillino però corre a tranquillizzare: «La Commissione non servirà a fare lo scalpo a qualcuno o a cercare vendette, ma a capire le dinamiche di alcune crisi bancarie».


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Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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