Carta sconto con truffa da 9.000 euro: era convinta di firmare per la privacy

Martedì 26 Marzo 2019 di Alessandra Betto
Carta sconto con truffa da 9.000 euro: era convinta di firmare per la privacy
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PORDENONE La truffa del catalogo sbarca nel Pordenonese. Il meccanismo è semplice, ma continua a mietere vittime e del segnalazioni si fanno sempre più consistenti: l'offerta gratuita di una carta-sconti che si traduce invece in un obbligo di acquisto di prodotti per la casa per tre anni e importi piuttosto elevati. Cascarci non è difficile e non è una prerogativa di anziani o categorie deboli: può succedere a tutti. 
IL RACCONTO A spiegarlo è Paola (ha preferito non far scrivere anche il cognome per un senso di vergogna), cinquantenne residente in provincia di Pordenone, che si è rivolta a un'associazione di categoria nel momento in cui ha capito di aver compiuto un passo falso. Essendo passate poche ore da quella firma, il diritto di recesso dovrebbe averla salvata dal dover acquistare elettrodomestici per un totale di 9 mila euro più Iva nell'arco di 3 anni. Già, perchè questo era l'importo di una firma messa per errore. «Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere a me racconta la donna con gli occhi lucidi dalla rabbia e le mani che si tormentano nervosamente io lavoro nel settore finanziario, conosco il funzionamento delle carte - sconti e sento spesso parlare delle truffe in circolazione. Eppure ci sono caduta in pieno. Il giorno prima avevo comprato un piccolo elettrodomestico in un negozio cittadino: un asciugacapelli. Avevo in mente il prossimo acquisto da realizzare nel medio periodo, una nuova lavapiatti. E pensavo a questo quando ho ricevuto sul telefono di casa la chiamata di una azienda che ha la sede nella provincia di Treviso che mi chiedeva se avessi acquistato elettrodomestici recentemente e, alla mia conferma, mi proponeva una carta-sconti gratuita. L'operatrice, molto gentile e affabile, mi ha avvisato che nel giro di un giorno o due sarebbe passato un venditore che mi avrebbe lasciato catalogo e carta. Non c'è alcun collegamento con l'acquisto del giorno precedente, ma avendo avuto conferma che non prevedeva degli obblighi, ho acconsentito. Sbagliando».
LA SORPRESAIl giorno successivo si è presentato a casa sua il venditore, un uomo con un marcato accento veneto che guidava una piccola utilitaria scura. «Non sono una babbea - racconta ancora Paola - ma con il suo tono bonario mi ha raccontato che avrei avuto tanti vantaggi, che avrei pagato la metà e che non avrei avuto alcun obbligo. Morale della favola ci ho creduto. È stato abile: mi ha consegnato il catalogo e la carta - sconti, sostenendo che la firma servisse soltanto per garantire la presa visione e l'accettazione dell'informativa sul trattamento dei dati personali. Io che ogni giorno faccio firmare agli utenti moduli per la privacy, l'ho sottoscritto quel documento senza pensare e soprattutto senza leggere quello che stavo accettando. I dubbi sono sorti dopo, quando se n'è andato. Non ho dormito tutta la notte. Il mattino dopo, inserendo il nome dell'azienda in un motore di ricerca, l'esito ha confermato le mie paure: tra i primi esiti figuravano notizie di truffe». Quello che Paola ha firmato non era la liberatoria proforma per il trattamento dei dati personali bensì un vero e proprio contratto per l'acquisto di merce varia. «Ero nel panico e nello stesso tempo mi vergognavo per la situazione in cui mi ero cacciata. Non ho avuto a forza di raccontarlo a mio marito e nemmeno alle mie figlie. Mi sono immediatamente rivolta a un'associazione che opera in difesa dei consumatori che mi ha rassicurata. Avendo inviato la disdetta entro i 14 giorni canonici per esercitare il diritto di recesso, non avrò alcuna conseguenza, perché il contratto è stato a tutti gli effetti annullato. Ma la rabbia non passa soprattutto quella verso me stessa, perché anche se sono stata ingannata in modo piuttosto abile, mi rammarico e mi stupisco di come sia potuto essere stata così superficiale. Per questo motivo racconto la mia esperienza, affinchè non ci caschino anche altre persone».
 
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