In quattromila in corsa per il reddito di cittadinanza

Martedì 26 Marzo 2019 di Gabriele Pipia
Le domande per il reddito di cittadinanza
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PADOVA Imprenditori colpiti dalla crisi, operai rimasti a piedi dopo la chiusura della fabbrica, centralinisti part-time con stipendi troppo bassi per riuscire a mantenere la propria famiglia. Tutti in coda, carte in mano e cuore pieno di aspettative, per ottenere il reddito di cittadinanza. Sono oltre quattromila i padovani che hanno chiesto o sono pronti a chiedere la misura di sostegno economico introdotta quest’anno dal governo. Uomini e donne, soprattutto over 50, si sono presentati nelle ultime settimane agli sportelli Caf dei principali sindacati ma anche nelle sedi Acli e agli uffici postali di tutta la provincia. 

Dal 6 marzo è possibile prendere appuntamento e presentare domanda. Per ottenere la tanta agognata somma di 780 euro al mese (limite massimo) è necessario possedere precisi requisiti (tra cui un Isee inferiore a 9.360 euro) ed è obbligatorio accettare determinate offerte di lavoro (la prima nel raggio di 100 chilometri, la seconda entro 250 chilometri, la terza da tutta Italia). Le domande vengono inviate all’Inps e i richiedenti vengono poi convocati dai Centri per l’impiego per firmare il cosiddetto “Patto di lavoro”. 
Il primo sindacato a fare un dettagliato punto della situazione è stata la Cgil, ieri, nella stessa mattinata in cui si sono tenuti anche il comitato direttivo e l’assemblea generale della Fiom provinciale a Rubano, con la segreteria generale nazionale Francesca Re David. 
 
I NUMERI
La responsabile del Caf, Lisa Contegiacomo, snocciola i primi dati sul reddito di cittadinanza nella sede padovana di via Longhin. «Le domande già inviate all’Inps per il reddito di cittadinanza sono 700, altri 1.200 appuntamenti sono già in programma. Alla fine in questa prima fase arriveremo a duemila domande. Abbiamo inoltre preso in carico cinquemila modelli per il calcolo dell’Isee e abbiamo altri 1.200 appuntamenti di questo genere - spiega la responsabile -. L’età media dei richiedenti è di 59 anni: sono soprattutto persone espulse dal mercato del lavoro a causa della crisi, che non riescono più a rimettersi in gioco. Cinque su sei sono cittadini italiani. Il 25% non è nato in Italia, ma molti di questi hanno ottenuto in seguito la cittadinanza. Secondo le nostre stime, cinquanta persone potrebbero richiedere la pensione di cittadinanza ma finora non l’ha chiesta nessuno. Se guardiamo lo scenario Veneto - prosegue la dirigente Cgil - vediamo che Padova e Treviso hanno dati molti simili. Sono queste le due province con i numeri più alti, per quel che riguarda le domande presentate».
CHI NON ACCETTA
Ai Caf della Cgil gli appuntamenti per compilare le domande per il reddito di cittadinanza sono stati un migliaio, ma un terzo dei richiedenti iniziali alla fine ha scelto di fare un passo indietro. «Molte persone si sono tirate indietro dopo aver compreso per bene il vincolo chilometrico per l’accettazione del lavoro - chiarisce la dirigente -. Ci hanno detto esplicitamente che non possono permettersi un lavoro troppo distanze da casa». 
Le stime iniziali della Cgil parlavano di oltre seimila richieste, invece ora si ipotizza che alla fine i padovani che presenteranno domanda in questi sportelli saranno circa un terzo. «Il numero si è abbassato notevolmente perché i nostri archivi, utilizzati per le prime stime, non prendevano in considerazione alcuni elementi della situazione patrimoniale dei richiedenti» precisa ancora Lisa Contegiacomo.
IL PERSONALE
Ai 32 dipendenti si sono aggiunte altri 17 persone assunte a tempo determinato da maggio a giugno che stanno dando un importante contributo per queste pratiche e poi per le dichiarazione dei redditi. «Insomma - riflette Lisa Contegiacomo -, anche se il numero di richiedenti fosse stato maggiore noi ci saremmo fatti trovare pronti senza problemi». 
Proprio in uno sportello della Cgil il 6 marzo un uomo si era presentato con una domanda decisamente insolita: «Buongiorno, sono qui per chiedere informazioni sul reddito di cittadinanza. E poi, dato che ci siamo, avrei anche un’altra domanda da fare: posso obbligare la mia ex moglie a presentare domanda, in modo da non doverle più versare l’assegno di mantenimento?». L’uomo, stufo di pagare l’assegno all’ex moglie che non lavora, ha pensato che questa potesse essere la soluzione. Ma la risposta, ovviamente, è stata negativa. 
GLI ALTRI SPORTELLI
Numeri simili anche alla Cisl padovana: «Ad oggi abbiamo elaborato 800 pratiche in tutta la provincia e abbiamo già fissato appuntamenti per altre 800 - spiega la responsabile dei Caf, Ilaria Volpato -. C’è molto movimento ma stiamo gestendo la situazione al meglio». 
Oltre 200 invece le domande già inviate dai Caf della Uil: «Abbiamo le agende piene, ma tutto è sotto controllo. C’è grande movimento ma non c’è una vera ressa che possa metterci in difficoltà. Sapevamo che al nord non ci sarebbe stata una richiesta massiccia del reddito di cittadinanza» conferma il presidente del Caf Uil Valerio Franceschini. 
Sono più di 200 anche le domande già elaborate anche negli sportelli Acli, dove continuano ad arrivare nuove pratiche. Il dato relativo agli uffici postali invece non è disponibile, ma la situazione è definita dagli addetti ai lavori «assolutamente sotto controllo fin dall’inizio, senza alcun tipo di assalto». 
Gabriele Pipia
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Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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