Droga nelle borse della spesa: inflitti 4 anni e mezzo alla nonna-pusher

Giovedì 21 Marzo 2019
Droga nelle borse della spesa: inflitti 4 anni e mezzo alla nonna-pusher
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ROVIGO - Una pena di 4 anni e 6 mesi per il maxisequestro della vigilia di Pasqua di un anno fa. Al di sopra di ogni sospetto, Lucia Severina Marangoni, ultrasessantenne di Ariano Polesine, era stata fermata il 31 marzo dello scorso anno, per un controllo da una pattuglia di Canaro, mentre con la sua Chevrolet Aveo viaggiava in Transpolesana all’altezza di Arquà. Nella borsa della spesa della 62enne non alimentari appena acquistati per il pranzo di Pasqua dell’indomani, ma ben due blocchi da un chilo ciascuno di hashish.  Oltre a un grosso involucro di cellophane contenente oltre un etto di cocaina e un barattolo di vetro dal tappo verde col logo “Freshona”, un marchio che si trova sugli scaffali della Lidl, dentro al quale, al posto dei cetriolini, erano stati stipati ben 9.500 euro in banconote di grosso taglio, 50, 100 e 500 euro. Non solo, ma nella “dispensa”, ovvero ben nascosti nell’abitazione della donna, ad Ariano Polesine, dall’immediata perquisizione domiciliare sono poi saltati fuori addirittura 5 chili di cocaina. 
INSOSPETTABILE
Dopo l’arresto dell’insospettabile signora, i carabinieri avevano avviato accertamenti mirati, organizzando un ulteriore blitz nella casa di Ariano, abitata solo al piano terra: controllando anche il piano superiore, adibito a granaio, in una stanza è saltato fuori un borsone, appoggiato sul pavimento, con all’interno altri 4 chili e 130 grammi di marijuana. È così scattato l’arresto anche del fratello della donna, il 64enne Severino Marangoni - al quale era formalmente in uso il locale e che ne possedeva le chiavi - e del 49enne Maurizio Petrelli, di Ariano Polesine, conosciuto come “Manolo”, cuoco di professione fermato mentre stava raggiungendo proprio la casa dei Marangoni con 2,2 etti di marijuana nella sua Alfa 156 Sw. Severino Marangoni ha poi patteggiato 2 anni e 8 mesi, Petrelli 1 anno e 4 mesi. Ieri ha patteggiato anche Lucia Severina Marangoni, con accusa e la difesa, affidata all’avvocato Anna Gotti, che si sono accordati su una pena di 4 anni e 6 mesi, accolta dal giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto. Tecnicamente, un “patteggiamento allargato”, così come si definisce quando la pena supera i due anni previsti come soglia minima, arrivando a pene fino a 5 anni, sempre al netto della riduzione di un terzo prevista per il rito alternativo. 
ULTRASESSANTENNE
Non sposata, senza figli, la donna, incensurata, viveva da sola in modo morigerato nella casa di famiglia senza alcun tipo di eccesso e senza lussi. Un aspetto che ha contribuito a dare al maxisequestro un alone di mistero, trattandosi non certo di una figura “consueta” in questo tipo di indagini. 
Per lei era scattato l’arresto in flagranza per la detenzione degli oltre 7 chili di droga, con la custodia cautelare in carcere. E in carcere si trovava quando è stato eseguito il secondo blitz nella casa di Ariano, che ha fatto saltare fuori gli altri 4 chili di hashish. Gli oltre 11 chili sequestrati in totale, cinque dei quali di cocaina, rappresentano uno dei massimi risultati degli ultimi anni raggiunti in Polesine in termini di “peso”. Ma anche dal punto di vista dei traffici in cui erano inseriti, sui quali, almeno per il momento, non trapelano ulteriori dettagli.
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