La svolta rosa di "Fameja Alpina": la vicentina Sara nuova direttrice

Lunedì 18 Marzo 2019 di Giovanni Lugaresi
La svolta rosa di "Fameja Alpina": la vicentina Sara nuova direttrice
1
Qui le quote rosa non c'entrano; c'entra soltanto il curriculum. Sara Zanotto (26enne di Marostica, fra gli amici del Gruppo Ana di Fietta), figlia di alpino, servizio militare nel Corpo delle Penne Nere, è il nuovo direttore del periodico Fameja Alpina. Lo ha annunciato, l'altra sera, il presidente della sezione trevigiana Marco Piovesan nella riunione del consiglio direttivo. Sara succede a Piero Biral, per 18 anni responsabile della prestigiosa pubblicazione. Una penna rosa, dunque, fra tante Penne Nere, ma Sara non è la prima donna a dirigere un periodico sezionale dell'Ana. Ci sono precedenti: Daniela Maion (Carnia Alpina) e Cinzia Collini (Gemona Alpina). Tuttavia è la prima donna per la rivista trevigiana ed è sicuramente il più giovane direttore responsabile della stampa alpina nazionale.

Maturità scientifica, giornalista pubblicista, caporedattore del settimanale Bassanoweek, ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto. Volontaria in ferma prefissata dal 3 dicembre 2013 al 2016, si racconta così: «Ho iniziato a Montorio Veronese nell'85. Reggimento addestramento, quindi a San Candido nel 6. Reggimento Alpini-battaglione Bassano. Infine, dal maggio 2014, a Bolzano-Reparto Comando e Supporti Tattici Tridentina». Sara è stata impiegata anche nella segreteria del Capo di Stato Maggiore.

«E ho avuto la possibilità di interfacciarmi con alte cariche militari e istituzionali arricchendo di molto il mio patrimonio personale. Al Comando Truppe Alpine devo molto, perché mi ha fatto diventare donna; ho imparato la preziosa arte di saper stare al proprio posto; ho ricevuto fiducia e rispetto, non dando importanza al mio grado ma valore alla mia persona. Credo di essere stata molto fortunata per aver trascorso tre anni a servizio della Patria, e spero che questo esser senza la divisa addosso e il cappello con la penna in testa sia solo una breve parentesi».
LE ASPIRAZIONI
Quella dell'alpino era una aspirazione fin da ragazza? «Sono fortunata: nella semplicità della famiglia ho avuto sempre modo di poter pensare in grande. La mia aspirazione? Lasciare il segno. In ogni cosa, situazione o persona». Donna soldato va bene? E dopo l'esperienza in uniforme? Tornare in caserma? Giornalismo? Amore-matrimonio? «Qui entrano in gioco testa e cuore, e dare risposte è difficile. Non voglio precludermi nulla. Amore? Ci penso sempre, è il motore che muove il mondo. Sono innamorata della vita, che mi sta regalando tanto, nel bene e nel male. Il mio senso della vita è la famiglia; il futuro giocherà le sue carte al tempo giusto. Per ora ho la mia Fameja Alpina' da accudire». E il mondo femminile col quale è a contatto? «I miei migliori amici sono quasi tutti uomini: semplici, diretti e con un grande cuore. Nell'ambiente femminile ho incontrato gli estremi. Non è semplice, soprattutto in uniforme, legare un rapporto di amicizia, ma quando succede diventano sorelle mancate. Sparpagliate per l'Italia ho moltissime sorelline». Passioni, oltre a quello per la montagna? «Sì, camminare sui monti mi piace moltissimo. E sono per le cose semplici: un bicchiere di vino, due sorrisi e la felicità per me è fatta».
 
Ultimo aggiornamento: 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci