Gli italiani non sono razzisti e intolleranti. Ma sbaglia chi pensa agli ultimi e ignora i penultimi

Domenica 17 Marzo 2019
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Egregio Direttore,
penso che sia un errore confondere il razzismo con la situazione di degrado nel nostro paese, creata da un'immigrazione senza regole. La stragrande maggioranza della popolazione italiana, esclusa qualche eccezione che non conferma la regola, non è mai stata razzista e mai lo sarà; c'è però una parte consistente di cittadini, in particolare quelli che abitano nelle periferie delle città, che mal sopporta una situazione fortemente degradata, che sembra sfuggita alle istituzioni. Si possono fare tutte le manifestazioni antirazziste che vogliono e magari gonfiarle nei numeri a piacimento, tutto ciò rimane solo un tentativo per attaccare il governo attuale su tale problema. Tuttavia l'Italia, con tutti i problemi che ha in questo momento, non può permettersi di farsi carico di tutte le persone disadattate del mondo. L'Europa oltre a non aiutarci e ci bacchettano pure, rimane però indifferente a questa ondata di migranti, arrivati da noi in virtù al fatto che la nostra situazione geografica lo permette, oltre a tutto perché altre nazioni hanno chiuso le frontiere e i porti agli irregolari. La maggioranza di queste persone, non scappano da situazioni contingentali di pericolo o di guerra, cercano in particolare solo di migliorare la loro situazione economica, tutto sommato è una cosa umanamente legittima, ma dovrebbe essere fatto in maniera regolare, nel passato e purtroppo, ma anche attualmente, molti nostri concittadini hanno percorso e percorrono questa strada, però regolarmente, ovviamente sempre escluso qualche eccezione.


Ugo Doci

Caro lettore,
non bisogna sottovalutare il razzismo e occorre essere molto severi ad ogni livello nei confronti di chi si rende responsabile di comportamenti xenofobi. Ma credo anche io che gli italiani in larghissima parte non sono né razzisti né intolleranti. Tuttavia è molto più facile e consolatorio firmare appelli o manifestare contro il razzismo che riflettere con la necessaria dose di autocritica sugli errori che sono stati commessi in questi anni nella gestione dei flussi migratori. È sempre più semplice puntare il dito contro gli altri che guardarsi allo specchio e fare un bilancio delle proprie scelte e responsabilità. Gli italiani non sono xenofobi. Sono piuttosto stanchi e sfiduciati. Tanti di loro, sopratutto fra i ceti più popolari e tra chi vive nelle aree periferiche delle nostre città, si sono sentiti lasciati da soli, in una stagione di grave crisi economica, ad affrontare problemi che non conoscevano. Perché l'integrazione e la convivenza con chi proviene da culture e mondi diversi non è semplice né automatica. È un percorso necessario ma lungo, complesso e faticoso. Che non può essere affrontato facendo leva solo sui buoni propositi. Aiutare gli ultimi è giusto, a patto però che non si dimentichino i penultimi e che si abbia consapevolezza dei disagi e delle sofferenze di tutti. Questo in Italia non è avvenuto. Gli effetti dell'impatto sregolato dei flussi migratori è stato drammaticamente e colpevolmente sottovalutato, sopratutto per ciò che riguarda le classi meno abbienti. Il risentimento e la diffidenza verso gli immigrati che si percepiscono nel nostro Paese nasce innanzitutto da qui.
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