A Lega-M5S al momento conviene alzare i toni ma non affondare il colpo finale e andare al voto

Mercoledì 13 Marzo 2019
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Caro Direttore
credo che chi ogni giorno spera in una crisi di Governo debba mettersi l'anima in pace. Salvini e Di Maio nell'ultimo anno hanno dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, una insospettata flessibilità sui valori fondanti dei rispettivi partiti. I Grillini hanno ad esempio mandato giù la legittima difesa, l'Ilva, il compromesso sul Tav, e lo scudo parlamentare a favore di Salvini; la Lega il rinvio sine die dell'autonomia veneta e lombarda, ed il reddito di cittadinanza, pietanze piuttosto indigeste per gli elettori del nord. A questo punto è evidente che nessuno strappo identitario, nessun incidente, sarà in grado di rompere a breve il sodalizio giallo-verde, perché cementato dal più forte di tutti i legami, il potere.

Umberto Baldo

Caro lettore,
non sono così certo che uno strappo nell'alleanza di governo non ci sarà, soprattutto dopo le elezioni europee. In politica ciò che oggi sembra certo, domani non lo è più. Meglio dunque essere sempre prudenti nelle previsioni. In questo momento il più efficace collante della maggioranza giallo-verde più che il potere mi sembra l'incertezza del dopo. M5s se rompe con Salvini e i suoi ha due possibilità: andare al voto con il rischio però di venire superato dalla Lega e di vedere drasticamente ridotta la sua pattuglia di parlamentari o cercare un'alleanza con il Pd. Ipotesi, quest'ultima, che dentro il mondo pentastellato e a sinistra gode di numerosi ( benchè silenti) sostenitori, ma che il neo leader del Pd Zingaretti farebbe fatica in questa fase a far digerire al suo partito, esponendolo al rischio di una nuova scissione, in questo caso da parte dei renziani. D'altro canto Salvini ha, secondo i sondaggi il vento in poppa, ma teme che, in caso di crisi di governo, si arrivi a un governo tecnico di transizione che inevitabilmente metterebbe la Lega ai margini, togliendo al Carroccio e al suo leader il ruolo di primattore che oggi ha, anche in virtù della debolezza politica di M5s. In queste condizioni, come si è visto anche sulla Tav, i due partner di governo preferiscono alzare i toni della dialettica interna alla maggioranza, ma non affondare il colpo. Si tratta solo di capire fino a quando. 

    
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