Tubercolosi a scuola, l'allerta dilaga: esami in corso per altre 80 persone

Mercoledì 13 Marzo 2019
Tubercolosi a scuola, l'allerta dilaga: esami in corso per altre 80 persone
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MOTTA DI LIVENZA - Oltre 80 persone, tra insegnanti, collaboratori e alunni, saranno sottoposte a screening per provare ad arginare il focolaio della tubercolosi. E l'Usl della Marca ora sta valutando anche la possibilità di passare al setaccio tutti i bambini che frequentano la scuola elementare. Vuol dire più di 400 persone. Si allarga l'allerta nell'istituto del mottense dove una maestra e un alunno italiano di 10 anni sono stati colpiti dalla tubercolosi. Dopo che 20 compagni di classe del piccolo, su 21, sono risultati positivi al primo esame preliminare per verificare la possibile presenza di nuovi contagiati, il servizio Igiene ha deciso di sottoporre al test Mantoux altre 80 persone: 24 bambini di un'altra classe gestita dalla maestra che da un mese lamentava febbriciattola e tosse, ricoverata lunedì nel reparto di Malattie infettive del Ca' Foncello, più tutti i dipendenti della scuola, che complessivamente sono una sessantina.

 
Si tratta di un esame che attraverso una puntura sul braccio permette di evidenziare l'eventuale infezione tubercolare.


VENERDI' GLI ESITI Le risposte arriveranno venerdì.

Nel frattempo gli accertamenti sui familiari dell'insegnante sono risultati negativi. Significa che loro non sono venuti a contatto con il bacillo di Koch, agente infettivo responsabile della tubercolosi. Di conseguenza il caso da cui è partito il focolaio potrebbe essere un altro. Per questo l'Usl non esclude di arrivare a controllare indistintamente tutti quelli che frequentano la scuola. Non basta osservare l'eventuale presenza di sintomi: la tubercolosi può svilupparsi anche senza dare segnali evidenti. Ed è vero che si tratta di una malattia infettiva tecnicamente a bassa contagiosità. Ma è anche vero che se trascurata può rivelarsi molto pericolosa. MASSIMA PRUDENZA «Dalle famiglie dei ragazzi ci arrivano molte manifestazioni di preoccupazione rivela Sandro Cinquetti, responsabile dell'Igiene pubblica dell'Usl trevigiana per questo abbiamo voluto controllare tutto il personale: per massima prudenza. In base ai risultati valuteremo la necessità di sottoporre al test tutti i bambini della scuola». Sempre ieri sono iniziati gli accertamenti più approfonditi sui 20 compagni del piccolo colpito dalla tubercolosi, dimesso dall'ospedale lunedì, già risultati positivi al test Mantoux. Ciò indica l'avvenuto contatto tra l'organismo e il bacillo di Koch. Solamente in rari casi, di regola in soggetti con situazioni cliniche precarie, può essere seguito dalla malattia vera e propria. Per togliere ogni dubbio non resta che procedere con una radiografia al torace. «Eventuali situazioni complesse spiega Cinquetti saranno inviate a un pediatra specialista». Questi risultati arriveranno entro la fine della settimana. Se ci saranno nuovi casi, si partirà con la terapia antibiotica per eliminare il germe. LETTERA A MEDICI E PEDIATRI L'Usl ha già allertato i medici di famiglia e i pediatri della zona. L'obiettivo è ridurre al minimo gli allarmismi. Gli esperti del servizio di Igiene e sanità pubblica e del servizio di Epidemiologia dell'azienda sanitaria provinciale inquadrano il focolaio epidemico in una casistica caratterizzata da circa 60-70 casi l'anno. Ci sono annate più o meno significative. L'anno scorso, ad esempio, sono stati registrati 65 casi di tubercolosi nella provincia di Treviso. Ma il trend è tendenzialmente stabile. Mauro Favaro

Ultimo aggiornamento: 14:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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