L'ibis “Gemini” fuggito dall'oasi si è... rifugiato nella pediatria

Martedì 12 Marzo 2019 di Alessandra Betto
L'ibis fuggito che si è rifugiato in pediatria
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PORDENONE  - Da qualche giorno si aggira attorno all’ospedale civile di Pordenone, appoggiandosi a qualche davanzale e scrutando in modo insistente e curioso dentro le camerate come se fosse alla ricerca di qualcuno. È un Ibis Eremita, si chiama Gemini, è una femmina e probabilmente proviene dall’oasi naturalistica “Dei Quadris” di Fagagna, da dove ha spiccato il volo o dalla zona della Comina, dove non è raro avvistarli. Non tutti però hanno subito gradito la sua visita. L'ibis ha scelto come suo "rifugio" il davanzalem della Pediatria. 
È una specie poco comune e di primo acchito può persino spaventare se, affacciandosi a una finestra del reparto, capita di incrociare le pupille sottili dell’uccello appollaiato sul parapetto: Gemini è alta 40 centimetri, ha un’apertura alare di circa un metro, un piumaggio nero con riflessi iridescenti verdi e violacei, un lungo becco rosso incurvato, uno sguardo arcigno e la testa circondata da una vanitosa corona di lunghe piume scure.
Le finestre dei reparti le ha girate un po’ tutte, ma nelle ultime ore sta preferendo quelle del blocco operatorio e della Pediatria, facendo la gioia dei piccoli pazienti che trovano nel nuovo impettito amico un momento di distrazione e allegria durante la routine della degenza.
Il personale del Santa Maria degli Angeli, che ha immediatamente notato il minuscolo anello dotato di localizzatore Gps per uccelli agganciato alla zampa, ha segnalato la simpatica presenza al corpo della Forestale, perché probabilmente Gemini si è staccata dal flusso migratorio e va aiutata, perché i primi Ibis hanno già raggiunto, anche se con un certo anticipo, l’Austria, attraversando il Brennero e ora si trovano nella valle dell’Inn.
SPECIE PROTETTA
L’Ibis Eremita è infatti una specie protetta, a rischio di estinzione. Un tempo era diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo ma, a causa di inquinamento, caccia di frodo, distruzione dell’ambiente per dare spazio alla coltura estensiva e a seguito dell’utilizzo di fitofarmaci, il suo declino è progressivo. Fortunatamente, l’Ibis (assieme alla cicogna) è una star dell’«Oasi Dei Quadris» di Fagagna, dove da tempo è al centro di un progetto di conservazione, reinserimento e soprattutto di un programma di riproduzione (il più grande in Italia) che ospita oltre 70 individui in cattività e una quarantina in semilibertà.
SOCIAL SCATENATI
In queste ore però Gemini non è soltanto un tema di discussione tra le corsie dell’ospedale, perché anche in rete se ne parla abbondantemente: le prime segnalazioni sono arrivate sul gruppo social “Sei di Pordenone se vuoi discutere di Pordenone”, dove l’ironia non è mancata: “Che fosse un impala, quel che ho vist saltar fora da via Molinari?”; “Qui ci sono Ibis sacri”; “Tacchino voltante”; “Deve per forza, per continuare la specie, trovare la fidanzata! Aiutiamolo o resterà solo. A me poverino sembra già segnato dal destino”; “A quanti ha fatto prendere un infarto?”; “Mamma mia, se mi si appoggia alla finestra muoio”; “Orribilmente bello”; “Sembra l’ultimo dei mohicani”; “Brutto davvero, povero”; “Cosa ti hanno fatto a quella frangia?”; “Nella sua bruttezza ha fascino”; “Un po’ punk, ma molto carino”; “Forse anche lui ha bisogno dell’ospedale”, “Ma speriamo di no”; “Lui è il ginecologo”; “Voglio rinascere Ibis Eremita”.
Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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