Squadre sportive solo per gay. La proposta: «A Milano ci sono già»

Lunedì 11 Marzo 2019 di Marco Agrusti
Squadre sportive solo per gay. La proposta: «A Milano ci sono già»
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PORDENONE - La proposta, c'è da starne certi, dividerà. E scatenerà polemiche. L'Arcigay nazionale vuole portare in provincia di Pordenone un modello che funziona già a Milano, e che per quanto riguarda il Nord-est si estende sino a Venezia, senza per ora varcare i confini del Tagliamento. Ma ora i tempi sono maturi: anche nel Friuli Occidentale stanno per arrivare le squadre sportive riservate a gay e lesbiche.

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Arcigay, nel suo giro d'Italia virtuale, ha giudicato fertile il territorio pordenonese, dove non ci sono squadre o associazioni sportive dedicate al bacino d'utenza omosessuale. I responsabili nazionali dell'associazione hanno inserito il Friuli Occidentale tra i territori carenti e l'hanno catalogato come un buon laboratorio: è stato notato l'humus necessario all'avvio dell'indagine, che punterà a riempire una casella vuota all'estremo Nord-est. 
 
IL PIANO
La conferma arriva dal responsabile del progetto in seno all'Arcigay nazionale, Marco Arlati. «Stiamo sviluppando - spiega - il progetto relativo alla nascita e allo sviluppo di squadre e società sportive aperte nei confronti di persone omosessuali e stiamo contattando le realtà della provincia di Pordenone per vagliare la possibilità di estendere il nostro piano. C'è l'idea di istituire squadre di gay o lesbiche laddove esistano già delle società sportive operanti, oppure di contattare singoli rappresentanti dello sport per tentare di far partire dei progetti che partano da zero». La conferma riguarda nello specifico proprio il territorio pordenonese, che nelle ultime settimane (cioè da quando Marco Arlati è diventato responsabile del progetto a livello nazionale) è comparso sul radar di Arcigay nazionale. Al momento la Destra Tagliamento non è stata toccata dal progetto, ma viste le sollecitazioni in arrivo dalla direzione generale dell'associazione, i tempi sembrano maturi. «Si tratterebbe di un contenitore - spiega ancora Arlati - per diffondere attraverso lo sport i valori del rispetto e della tolleranza». 
I DETTAGLIIl progetto è già attivo in alcune grandi città d'Italia, a partire da Milano. Esistono squadre, gruppi sportivi (si spazia dal calcio, cioè dallo sport di squadra più praticato, al trekking) e perfino tornei. «Le azioni che verranno messe in atto sono: lotta all'omofobia e alla transfobia nello sport a tutti i livelli, partendo dalla richiesta alle varie federazioni del Coni di recepire nei loro statuti l'impegno contro le discriminazioni legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere nello sport. «Vogliamo essere un amplificatore della cultura sportiva all'interno della nostra comunità lgbt - si legge nella spiegazione fornita da Arcigay - dando spazio e importanza a tutte le realtà sportive che in questi anni sono nate in Italia e favorire la nascita di altre». Si punta a creare collaborazioni e sinergie nei grandi eventi sportivi in Italia, strumenti strategici per la promozione del benessere e la crescita civile e sociale del Paese.
Marco Agrusti
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Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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