Caparre sparite, la lista si allunga. "Dossier" contro l'agenzia immobiliare

Sabato 9 Marzo 2019 di Melody Fusaro
L'agenzia avrebbe offerto, come se fossero disponibili, case che in realtà erano già vendute
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La lista si allunga e il gruppo di persone che vogliono raccontare esperienze con l’agenzia immobiliare di Zelarino, a Mestre, raddoppia. Giovedì erano una ventina e ieri erano diventate già più di quaranta le persone che hanno deciso di farsi avanti per contestare alcuni comportamenti che ritengono scorretti.

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E chi li coordina ha le idee chiare: raccogliere più vicende possibili per avere un quadro preciso e dettagliato con cui rivolgersi alle forze dell’ordine e a un avvocato. Un lavoro certosino di incrocio di dati, ricevute, quote versate e immagini. Tramite le fotografie, i potenziali clienti e i proprietari degli appartamenti che sostengono che siano state offerte, come se fossero disponibili, case in realtà erano già vendute. Si aggiungono alla lista anche nuove persone che affermano invece di aspettare ancora, da mesi, la restituzione delle caparre. Proprio ieri le immagini di un appartamento visitato da un  cliente hanno fatto trasalire la proprietaria che è andata in panico: «Quella che hai visto è casa mia, vado a denunciare». Una situazione che il titolare dell’agenzia "Primacasa" di via Castellana respinge con decisione. Giovedì, intervistato dal Gazzettino, ha affermato di non avere mai fatto vedere a un cliente un immobile per cui non avesse un incarico in esclusiva: «Faccio visitare solo case di cui ho le chiavi, sarebbe gravissimo il contrario, stiamo scherzando? E di sicuro non faccio vedere case per cui è stato già firmato il rogito. Faccio vedere la stessa abitazione a più clienti? Certo, finché non è venduto non esiste vincolo di mutuo». 

«RIMBORSI ESEGUITI» Anche sulla caparre ancora non restituite nega ogni accusa: «Ho le prove che hanno tutti ottenuto il rimborso, nessuno può affermare il contrario». Nel gruppo di suoi clienti, mentre la maggioranza conferma di essersi vista rimborsare la caparra, c’è anche chi invece sostiene di aspettare da mesi ancora migliaia di euro. Starà quindi agli inquirenti stabilire se ci siano somme in sospeso e se le case fossero nella disponibilità dell’agenzia. Il gruppo sta preparando un’accurata e lunga relazione, fatta di nomi e cognomi, immagini e date, caparre versate, eventuali restituzioni. Un lavoro che, insieme alla denuncia dei giorni scorsi, faciliterebbe il lavoro degli investigatori, in particolare della Guardia di finanza che sta diventando un punto di riferimento per i clienti dell’agenzia. 

GRUPPO WHATSAPP L’invito che circola è chiaro: inviare una relazione dettagliata della propria esperienza a un indirizzo e-mail che viene condiviso tramite un gruppo Whatsapp e che metterà insieme tutti i casi.

E poi rivolgersi alla più vicina sede della Guardia di finanza per consegnare eventuali ricevute e farle controllare. Anche senza denunciare. Un invito che viene rivolto anche a chi poi si è visto restituire la caparra. Altra iniziativa sarà la manifestazione, che avverrà probabilmente tra una quindicina di giorni. Nel gruppo, che continua a crescere in queste ore, c’è chi partecipa raccontando l’esperienza di parenti, di collaboratori domestici, molti sono stranieri e con difficoltà linguistiche che saranno quindi aiutati dagli altri.

Ultimo aggiornamento: 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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