Eraclea, il sindaco si era già dimesso a 3 giorni dall'arresto

Martedì 5 Marzo 2019 di Giuseppe Babbo
Mirco Mestre
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ERACLEA - Dimissioni firmate ma non protocollate. Almeno quelle delle due liste di opposizione, la Civica con Talon e Cerchier Sindaco, più volte annunciate e per il momento rimaste solo sulla carta. Perché le e uniche ad essere state protocollate sono quelle del sindaco Mirco Mestre, arrestato e sospeso dalla Prefettura, arrivate in Municipio venerdì scorso.  A leggerle, nel consiglio comunale di ieri sera, durato solo venti minuti, è stato il vicesindaco Graziano Teso. Che poi ha stroncato ogni possibile dibattito, facendo riferimento allo scenario mutato dopo la conferenza dei capigruppo riunitasi nei giorni scorsi per convocare il Consiglio quando non si conoscevano ancora le dimissioni del sindaco. Ma proprio Teso ha fatto anche riferimento ad un primo telegramma inviato il 22 febbraio dal carcere di Tolmezzo dal sindaco, con il quale annunciava la volontà di dimettersi. Ed è qui che l'ex sindaco Giorgio Talon ha tentato di chiedere spiegazioni. Senza riuscirci, perché la seduta è stata chiusa, senza la possibilità di fare alcuna domanda. Sia all'Amministrazione comunale che al segretario generale. Ma tra le  opposizioni e le 200 persone presenti in sala, il dubbio è rimasto. Compreso quello legato all'opportunità di far cadere il Consiglio prima del 24 febbraio, il termine ultimo per agganciare le votazioni di giugno ed evitare un commissariamento di un anno. 
«Il vicesindaco farebbe bene a chiarire una volta per tutte ha detto Talon se era a conoscenza o meno della volontà del sindaco di dimettersi già a tre giorni dal suo arresto. Perché in questo caso dovrebbe anche spiegare che senso hanno avuto gli annunci e le riunioni degli ultimi giorni». Lapidaria la risposta di Teso, prima di lasciare la sala consiliare di Ca' Manetti, assieme a tutta la maggioranza, ancora una volta compatta nel sostenere l'Amministrazione comunale e il sindaco Mirco Mestre. «Per rispetto al sindaco non possiamo davvero aggiungere altro ha spiegato il vicesindaco le sue dimissioni hanno cambiato la situazione, il dibattito è chiuso». Sui banchi, tra lo stupore generale, sono così rimaste le dimissioni dei cinque consiglieri di opposizione, che salvo ulteriori imprevisti verranno protocollate questa mattina. Con una precisazione: nessuno dei non eletti delle due liste nei prossimi dieci giorni, il tempo indicato dalla legge per sostituire un consigliere dimissionario, accetterà la surroga. Il tutto in un clima surreale, con un consiglio comunale blindato, iniziato con l'allontanamento dalla sala dei fotografi e degli operatori televisivi perché la domanda per fare riprese doveva essere presentata 24 ore prima. Per questo sempre il vicesindaco Graziano Teso, nel suo ruolo di sindaco facente funzioni, ha anche chiesto l'intervento dei carabinieri e degli agenti della polizia locale presenti in sala per allontanare i vari operatori. Irreale anche il finale, con la minoranza rimasta in sala alla ricerca di spiegazioni che non sono arrivate. Quanto è bastato per scatenare la reazione furente delle stesse minoranze. «Anche se le dimissioni del sindaco tecnicamente porteranno allo stesso risultato delle dimissioni delle nostre ha aggiunto fuori dalla sala consiliare l'ex sindaco Giorgio Talon - riteniamo che queste abbiano ancora un forte significato politico. Ce lo chiedono e se l'aspetta la maggioranza dei cittadini: è un atto di dignità e rispetto del voto espresso nel 2016. Le nostre dimissioni sono firmate, quando il protocollo sarà aperto le presenteremo ufficialmente».
Poi l'attacco al vicesindaco: «Con il suo atteggiamento ha messo una pietra tombale sulla sua azione politica e amministrativa», marca sempre Giorgio Talon, assieme a Italo Trevisiol e Danilo Biondi. Da Graziano Teso, nessuna replica. Almeno per il momento. Il vicesindaco continuerà ad amministrare fino al 21 marzo, ovvero fino a quando il sindaco Mirco Mestre avrà tempo per confermare o meno la scelta di dimettersi. Se non cambierà idea, le dimissioni entreranno in vigore e il Consiglio decadrà automaticamente. Al prefetto spetterà il compito di nominare un commissario che amministrerà il Comune fino alle votazioni del 2020. 
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