Ticket, Brugnaro attacca il ministro, «Centinaio parla senza sapere: mi chiami»

Lunedì 4 Marzo 2019 di Nicola Munaro
Luigi Brugnaro
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VENEZIA Forse quelle parole Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, se le teneva lì da un po'. Da quando il 5 febbraio scorso Gian Marco Centinaio, leghista, ministro della Repubblica dove ricopre il ruolo di titolare del dicastero del Turismo, si era lasciato scappare un cinguettio polemico sul Regolamento al contributo d'accesso a Venezia presentato dalla Giunta lagunare il giorno prima. «Provvedimento inutile e dannoso. Vogliamo diventare un paese turistarepellente?», erano state le esternazioni del ministro sul provvedimento approvato il 30 dicembre dal Governo di cui Centinaio è parte integrante. E ieri, a margine del volo dell'Aquila, nell'ultima domenica di Carnevale con record di 120mila presenze, Brugnaro - ricordando gli sforzi per la gestione organizzativa dell'evento - ha risposto a tono al ministro. «Sento che il ministro Centinaio parla del contributo di accesso alla città secondo me senza saperlo bene, senza conoscerlo bene», ha sbottato il primo cittadino subito dopo aver accolto sul palco di fronte alla Basilica di San Marco la pattinatrice di short trek Arianna Fontana. Poi, l'invito al componente  dell'Esecutivo. «Mi chiami - ha continuato il sindaco, riferendosi a Centinaio - non l'ho ancora conosciuto, è il ministro del Turismo e mi farebbe piacere fargli vedere la città e spiegargli perché dobbiamo difendere la città». Parole decise con cui il sindaco di Venezia si è schierato ancora di più in difesa della città. Mai però, nel corso delle scorse settimane, Brugnaro era stato così diretto nei confronti del ministro del Turismo. Nei giorni successivi alla sparata del leghista, Brugnaro aveva cercato di bagnare le polveri per evitare qualsiasi polemica.
Tanto che l'8 febbraio, a chi gli chiedeva una replica, aveva risposto guardingo: «Noi rispondiamo ai cittadini veneziani, degli altri ce ne faremo una ragione - erano state le sue parole durante un incontro con i cittadini dell'isola di Sant'Erasmo - o comunque spiegheremo con più calma le nostre motivazioni. Sicuramente, forse, in tutti questi anni non è passato ancora bene il messaggio che vivere e gestire una città come Venezia è molto costoso. Però noi siamo persone pazienti e anche molto educate, spiegheremo meglio e faremo vedere: sono convinto che con i numeri e con la realtà potremo convincere chiunque. Con molta umiltà e molta modestia vogliamo pensare per la città e per il suo futuro».
DIPLOMAZIA ADDIOLinguaggio misurato («difendiamo i nostri provvedimenti», aveva chiosato il mese scorso) che ieri ha lasciato spazio all'attacco aperto. Forte, Brugnaro, anche del voto in Consiglio comunale di martedì scorso che ha trasformato in realtà - a partire dal primo maggio - quel contributo d'accesso a Venezia e alle sue isole minori. Una tassa che servirà a ridurre i costi di gestione per Venezia, hanno sempre specificato da Ca' Farsetti, e che non verrà utilizzata per fare cassa. L'obiettivo del ticket (3 euro per tutto il 2019 che diventeranno da 3 a 10, a seconda delle previsioni di afflusso, a partire dall'1 gennaio 2020 per poi arrivare ad una prenotazione degli accessi in futuro, ndr) è quello di diminuire le tasse per i residenti in città, su tutte la Tari, ma di fare da plafond per nuove assunzioni tra i vigili urbani, ad esempio. Soldi, comunque, che verranno reinvestiti su Venezia.
L'idea aveva però stuzzicato la tastiera del ministro che, oltre al primo tweet, quel 5 febbraio scorso aveva risposto ai commenti degli utenti. «Dopo frittole... Venezia. La tassa d'ingresso a Venezia mi ricorda tanto: non ci resta che piangere», aveva scritto ancora. Ieri l'invito di Brugnaro: «Mi chiami, gli spiego».
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