Ticket d'accesso a Venezia, città spezzata: penalizzati i mestrini

Venerdì 1 Marzo 2019 di Michele Fullin
Ticket d'accesso a Venezia, città spezzata: penalizzati i mestrini
13

VENEZIA - Il Regolamento che disciplina il Contributo di accesso sembra sancire, per la prima volta in un atto del Comune, che Venezia e la terraferma sono due realtà separate e distinte. Malgrado il sindaco Luigi Brugnaro non perda l'occasione per ricordare che c'è solo una Venezia metropolitana e che anche la Serenissima aveva due zampe in acqua e due sulla terraferma, se parliamo di diritti, c'è una situazione in cui esiste una differenza sostanziale. Sia chiaro, si tratta di situazioni abbastanza limitate e che possono essere risolte. Tuttavia, i più vivaci tra i promotori del tentativo di referendum per la separazione ne stanno già parlando, mentre c'è qualcuno che pensa ad impugnare l'articolo del Regolamento relativo alla casistica delle esenzioni.
I PARENTI DEI MESTRINIAl punto r) delle esenzioni, il regolamento prevede che sono esentati dal pagamento del contributo il coniuge, unito civilmente, convivente come dichiarato ai sensi dell'art. 1, comma 7 della Legge 20 maggio 2016, n. 77, parenti o affini fino al terzo grado di residenti nella città antica o nelle isole minori.
Quindi, testualmente, se un veneziano ha una moglie o una compagna che vive a Milano non ha problemi, mentre se lo stesso è residente in terraferma allora la compagna dovrà pagare ogni volta che si recherà a Venezia. Oppure, se il suocero di un residente a Zelarino o il fratello di una mestrina che lavora a Venezia è friulano, dovrà pagare l'obolo per visitare Venezia e così il cognato e così i nipoti. I parenti e gli affini di chi abita a Venezia fino al terzo grado, quindi (esclusi quindi i cugini), non pagheranno invece nulla e avranno la massima libertà di movimento.
LA DISCRIMINAZIONEIl caso era stato portato all'attenzione del Consiglio comunale da Francesca Faccini, del Gruppo Casson, la quale aveva proposto un emendamento che estendeva il beneficio dell'esenzione a congiunti, parenti stretti e affini di tutto il territorio comunale. L'emendamento, appoggiato anche dal resto dei partiti di opposizione, è però stato respinto.
«Secondo me, con lo spirito unionista della città pensare di fare delle norme dove l'esenzione riguarda solo i parenti di tutti i residenti discriminando i residenti nella terraferma, è un controsenso per la stessa comunità - commenta la consigliera Faccini - Come il Consiglio comunale è rappresentato da residenti della città antica e residenti della terraferma, è necessario che tutti abbiano lo stesso trattamento. Tanto più che sono previste decine di eccezioni e che arriviamo a scontare il 50 per cento del Contributo per chi arriva da alberghi situati in tutta la regione e anche a tutti i residenti in Veneto. Noi vediamo questa cosa molto lontana dall'idea di città, oltre alla difficoltà di gestire la differenza della residenza a Favaro di un cittadino con quella di Castello di un altro».
IL COMUNEDi fronte a queste obiezioni, il Comune continua a ritenere che si stia parlando di un numero di casi non significativo, all'interno dei quali ci saranno molti possessori di carta Venezia Unica per potersi muovere a Venezia. «Il possesso di questo documento - dicono a Ca' Farsetti - che quasi tutti i congiunti di residenti anche in terraferma posseggono, consente di non pagare il Contributo di sbarco».
Proprio attorno alla carta Venezia Unica (il cui possessore, anche residente fuori dal Veneto o addirittura straniero è esentato dal Contributo) si sta sviluppando il ragionamento, che farà di questa tessera il lasciapassare per la città antica e il mezzo principe per dimostrare il diritto alle esenzioni o esclusioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci