Truffa milionaria al prete di 92 anni, i due giostrai stangati dal giudice

Giovedì 21 Febbraio 2019 di Denis Barea
Truffa milionaria al prete di 92 anni, i due giostrai stangati dal giudice
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PONZANO - Si è concluso con due condanne il processo alla 29enne Daiana Caldaras e al 34enne Manolito Salvi, i due giostrai di Vascon finiti alla sbarra con l’accusa di circonvenzione di incapace ai danni dell’ex parroco di Ponzano don Angelo Trevisan, 92enne. Due anni e 4 mesi di reclusione alla donna, con la concessione delle attenuanti generiche (anche alla luce del fatto che ha iniziato a rimborsare), 3 anni all’uomo, evidentemente ritenuto l’architetto della mega truffa con cui i due avrebbero spillato al sacerdote quasi un milione di euro e una provvisionale di 317mila euro. Questa la sentenza di primo grado emessa ieri dal giudice Leonardo Bianco dopo quasi 2 ore di camera di consiglio. I difensori, gli avvocati Ortis Pellizzer del Foro di Treviso e Giorgio Pietramala del Foro di Venezia hanno annunciato appello che però potrebbe non arrivare mai a conclusione, visto che tra poco meno di due anni scatterà la prescrizione. 
 
LA STORIA
«Non ho mai pensato di essere vittima di una truffa - aveva raccontato Don Angelo - io davo questi soldi nella speranza di essere rimborsato. Lo facevo perchè pensavo che Daiana fosse davvero in stato di bisogno». E’ infatti facendo leva sul “buon cuore” del sacerdote che, secondo l’accusa (che aveva chiesto per entrambi la condanna a tre anni di reclusione) la coppia sarebbe riuscita a mettere le mani su tutto il patrimonio dell’ex parroco, frutto di una cospicua eredità. Poi quando quei soldi finirono il religioso avrebbe anche acceso dei prestiti, mettendo a garanzia e finendo per vendere alcuni beni immobili. «Ho avuto un incidente stradale, mi sono salvata per miracolo - aveva raccontato la Calderas a don Angelo - L’assicurazione però non mi paga e io non ho soldi per vivere». Don Angelo aveva allora dato alla 29enne la possibilità di lavorare, svolgendo qualche servizio per la parrocchia. Ma i soldi non bastavano mai e le richieste di denaro da parte della giostraia sarebbero divenute nel tempo sempre più pressanti. E per convincere don Angelo la Caldaras e Salvi avrebbero persino inscenato una farsa telefonica: una chiamata da parte di “un giudice” che avrebbe spiegato a don Angelo che la donna avrebbe dovuto pagare delle spese legali per ottenere il risarcimento assicurativo per quell’incidente subito ma in realtà mai avvenuto. 
LA PERIZIA
Tutto, stando a quanto confermato anche da una perizia, sarebbe stato possibile a causa dell’capacità di intendere e di volere dell’ex parrocco fortemente scemata. Ad un certo punto don Angelo avrebbe continuato a dare soldi a Daiana Caldaras nel timore che, se non lo avesse fatto, avrebbe perduto anche i prestiti già erogati. Il sacerdote annotava tutto, ogni euro prestato ed è grazie a quelle ricevute, che la Caldaras avrebbe regolarmente controfirmato, che è stato possibile risalire al gigantesco ammontare della truffa. 
Denis Barea
Ultimo aggiornamento: 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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