Enorme masso piomba sulla strada regionale in val di Zoldo /Foto

Domenica 17 Febbraio 2019 di Alessia Trentin
Enorme masso piomba sulla strada regionale in val di Zoldo
VAL DI ZOLDO - Risveglio da brividi per Val di Zoldo. Lungo la regionale 251 prima di Palafavera, ieri mattina è caduto un grande masso. Un pesante blocco di pietra piombato sulla strada dal versante soprastante, messo a dura prova dalla tempesta Vaia del 29 ottobre. 



Fortuna ha voluto che in quel momento non passassero mezzi: poteva essere una tragedia. Subito sul posto sono intervenute le squadre di Veneto Strade, per la messa in sicurezza della parete. Le operazioni di disgaggio di altri massi pericolanti sono andate avanti per diverse ore rendendo necessario chiudere la corsia e stabilire il senso unico alternato di circolazione. «Questa è solo una delle situazioni che si creeranno d'ora in poi spiega il sindaco Camillo De Pellegrin -. Quest'anno durante il disgelo il territorio sarà esposto a tutta una serie di frane, smottamenti come conseguenze dell'alluvione e dell'enorme  quantità di alberi schiantati a terra e ancora nei boschi». Tutto frana e cade, nello Zoldano. Ieri è stato fotografato un albero che, perpendicolare sopra la strada che porta a Zoppè, incombe dal versante sulla corsia, in equilibrio precario. «L'alluvione ha smosso il terreno, con il disgelo si creano fratture e il materiale si stacca con maggior facilità spiega ancora il sindaco -. Il sasso caduto ieri si trovava poco sopra la strada, si è staccato e ha trascinato con sé la rete. Meglio abituarci ad eventi di questo tipo». 
ALL'ORIZZONTEDa qui ai prossimi mesi sono previste cadute, sì, ma anche cantieri. «Da questi smottamenti bisogna innanzitutto difendere i paesi - osserva il sindaco - e questo è compito della Provincia. Veneto Strada, invece, interverrà sulla viabilità; ha messo a bilancio oltre 2 milioni per la 251, per installare sistemi di paramassi lungo la strada e renderla più sicura. Sono misure importanti e necessarie, non è detto che siano risolutive perché è fisiologico che la montagna ceda e precipiti un po' alla volta verso il basso». La situazione nei boschi dello Zoldano, in questo momento, è pressapoco la stessa del post uragano. Nelle scorse settimane il Comune ha incaricato un professionista di redarre un piano di vendita e di contattare eventuali ditte potenzialmente interessate all'acquisto delle enormi quantità di legname schiantato a terra. Il grosso problema sarà il recupero e i suoi costi. «Il patrimonio boschivo è danneggiato in modo molto frammentato - spiega il sindaco -, non ci sono vaste aree colpite, ma tanti alberi caduti in tante zone sparse su tutto il territorio. Questo è un enorme costo in termini economici e un grosso dispiego di energie per chi dovrà recuperarli, ma è un elemento positivo rispetto al rischio di valanghe perchè non ci sono, come in altri comuni, vaste aree rimaste spoglie dalle piante». Il vero problema sarà infatti quello della caduta dei massi, smossi da mesi dall'uragano, dal cedimento degli alberi e ora dal disgelo del terreno con i primi caldi.
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