Luca ed Edith, due mesi di silenzio. Le mosse per ritrovare i ragazzi

Venerdì 15 Febbraio 2019 di Gabriele Pipia
Luca Tacchetto ed Edith Blais
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PADOVA - Nei piani originari di Luca Tacchetto il viaggio dei sogni avrebbe già dovuto essere finito. Il trentenne architetto padovano, partito in macchina dall'Italia il 20 novembre e scomparso in Burkina Faso tra il 15 e il 16 dicembre, avrebbe già dovuto far ritorno da alcune settimane. Quel sogno, però, si è trasformato in un inquietante mistero. Dove sono finiti il figlio dell'ex sindaco di Vigonza e la sua compagna di viaggio canadese Edith Blais? Sono passati esattamente due mesi dall'ultimo contatto con le famiglie.

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I due ragazzi sono spariti assieme alla loro auto, quella vecchia Renault Megane che Luca pare avesse intenzione di vendere per poi ritornare in aereo. «Dalle chiacchiere che circolano qui, la macchina sarebbe stata già ritrovata nel nord del Paese. Me l'hanno detto tre diverse persone, ma sono solamente voci», racconta Patrick Gagnon, un imprenditore canadese che vive in Burkina. Di conferme, però, nemmeno l'ombra.
 
 


«Non abbiamo niente da dire» fa sapere il ministero della Sicurezza in Burkina Faso. «I funzionari sono al lavoro ma per ora non ci sono elementi da comunicare» gli fa eco la Farnesina. L'unica certezza è che il pm Sergio Colaiocco della Procura di Roma, lo stesso che ha indagato sulla morte di Giulio Regeni, ha aperto un fascicolo per sequestro di persona
 
I PERICOLIIl Burkina Faso è falcidiato dagli attacchi terroristici e nelle scorse settimane ha preso sempre più corpo l'ipotesi di un rapimento di matrice jihadista. Il mese scorso un geologo canadese è stato sequestrato e ucciso, due settimane fa quattro volontari della Croce Rossa locale sono spariti. 
Riguardo Edith e Luca ufficialmente non è mai stato rivendicato nulla ma il padre di Luca, Nunzio Tacchetto, ha più volte espresso fiducia nei confronti degli investigatori: «Sanno fare bene il loro lavoro, lasciamoli operare in silenzio».
I FIORI PER SAN VALENTINOAngoscia e speranza sono i due sentimenti che si mescolano anche nella città di Sherbrooke, nella regione canadese del Quebec. Qui è cresciuta Edith, pittrice di 34 anni, e qui la mamma Jocelyne ora attende notizie. «Per San Valentino le ho preso un bel mazzo di fiori - racconta -. Lei è il mio grande amore e io aspetto che torni. Ho fiducia nel governo canadese». 
La pagina Facebook dedicata alla coppia è arrivata a superare i settemila seguaci da tutto il mondo. Tra i tantissimi messaggi di incoraggiamento ne sono spuntati alcuni decisamente insoliti legati alla magia nera africana. C'è chi consiglia di rivolgersi al Maestro Marabù per risolvere i problemi economici, chi mette in vendita il portafoglio magico per produrre soldi e chi pubblicizza un tempio spirituale in grado di guarire dall'Aids. Messaggi, conditi da dettagli e numeri di telefono, che apparentemente nulla hanno a che fare con Luca ed Edith. 
IL MESSAGGIOI due giovani avevano guidato per novemila chilometri attraversando Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Mali e Burkina. L'ultimo contatto è un messaggio inviato da Luca alla famiglia alle 23.57 del 15 dicembre mentre si trovava in un locale della città di Bobo-Dioulasso assieme a Edith e ad una coppia franco-burkinabé conosciuta sul posto. «Hanno dormito da me e poi al mattino dopo sono partiti verso la capitale» ha raccontato l'uomo, Robert Juilloteau. L'ultima tappa avrebbe dovuto essere in Togo, per lavorare un mese come volontari in un progetto di ecosostenibilità denominato Zion'Gaia. Ma qui non sono mai arrivati. 
«Edith e Luca stavano portando in un mondo poverissimo la loro passione per l'architettura come progetto di utilità sociale - ha scritto il mese scorso su Facebook un architetto di fama internazionale come Stefano Boeri -. Non smetteremo di pensare alla loro generosità e ad aspettarli per inaugurare, come rappresentanti di un ideale avanzato di architettura, l'Esposizione Internazionale della Triennale di Milano». Si comincia il 1. marzo. Ci sarebbe ancora tempo. 
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