Mozione anti aborto presentata dall'ex assessore Zanini. Il Pd: «Visione medievale»

Giovedì 14 Febbraio 2019
Vittorio Zanini
11
TREVISO - Una mozione presentata da Vittorio Zanini (Lista Gentilini/Zaia) riaccende la polemica attorno ai diritti. L'ex assessore chiede a sindaco e giunta di impegnarsi a convocare un tavolo permanente composto da enti e associazioni, anche pro life, per sviluppare un progetto e iniziative concrete volte a prevenire l'interruzione volontaria di gravidanza affinché l'aborto non sia considerato un mezzo di controllo delle nascite. E poi chiede impegno e collaborazione con Usl e consultori, pubblici e privati, per aiutare coppie e famiglie a scegliere liberamente senza condizionamenti di tipo economico, sociale e psicologico. E poi auspica momenti di riflessione nelle scuole e a riconoscere la famiglia quale cellula fondamentale della società da difendere sotto ogni aspetto. Richieste perfettamente inquadrate nei valori tipici del centrodestra, senza sfumature estremiste o  particolarmente integraliste, ma tipiche di un politico che non ha mai nascosto la propria formazione cattolica. Ma che hanno scatenato un vero e proprio putiferio. Pd e centrosinistra hanno evocato il medioevo parlando di diritti a rischio. 
IL PROTAGONISTAZanini replica stupito: «Ho lavorato nei consultori pubblici; nella mia professione, pur essendo obiettore, ho sempre assistito donne prima e dopo l'interruzione di gravidanza. Figurarsi se giudico qualcuno per queste scelte. Voglio invece discutere su come creare le condizioni per una procreazione responsabile, per dare la possibilità alle donne di scelte libere, senza il peso delle condizioni economiche o delle pressioni psicologiche». Anche il sindaco Mario Conte smorza la polemica: «In maggioranza dobbiamo ancora esaminare la mozione di Zanini - precisa - la leggeremo riga per riga trovando una formula che non offenda le sensibilità di nessuno perché tocchiamo argomenti estremamente delicati».
LE PROTESE«La mozione presentata dal consigliere Zanini rappresenta in modo esemplare il momento buio che la politica nazionale sta attraversando - attacca Michela Nieri (Pd) - le esternazioni in materia di famiglie, orientamenti sessuali, genitorialità e interruzione della gravidanza, paiono costituire un colpo di spugna sulla naturale evoluzione laica dello stato. Le parole del dottor Zanini sono permeate da uno spirito integralista, anacronistico, incompatibile col tessuto sociale attuale, laddove convivono pacificamente, tutelate dall'ordinamento, nuclei familiari di diversa natura». Molto duro anche il capogruppo Pd Stefano Pelloni: «Ci dobbiamo occupare di una mozione regressiva e pericolosa, che non affronta seriamente un tema complesso come il diritto e la scelta sempre dolorosa all'aborto da parte della donna. Ma pensa solo ad invitare associazioni estremiste anti abortiste in tavoli permanenti in Comune». Severo anche Nicolò Rocco (Pd): «Più che presentare mozioni ideologiche, troverei più utile che chi amministra andasse a farsi un giro nel Consultorio di Via Montello. Zanini e la maggioranza hanno idea delle condizioni degli spazi in cui utenza e operatori si trovano? Non sarebbe meglio collaborare con l'Usl 2 per ridare dignità all'immobile o portare tutto a Borgo Cavalli?». Domenico Losappio (M5S): «È una mozione che contiene affermazioni che ci riportano alla peggiore età gentiliniana. Una mozione che tocca argomenti che poco hanno a che fare con le reali competenze di un Comune. Una mozione che va in contrasto con quelli che sono diritti delle persone» Infine Luigi Calesso (Unione Civica): «I Pillon de noantri si preparino a non avere vita facile in Consiglio Comunale, dove spero ci sia una immediata reazione delle forze democratiche».
P. Cal. 
Ultimo aggiornamento: 11:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci