Il mister ammette i rapporti sessuali con le calciatrici minorenni

Giovedì 14 Febbraio 2019 di Nicola Munaro
Il mister ammette i rapporti sessuali con le calciatrici minorenni
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 Non si è nascosto dietro alla possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma ha preferito dare la sua versione dei fatti al sostituto procuratore Giorgio Gava e al giudice per le indagini preliminari Andrea Battistuzzi. 
Così, assistito dall'avvocato Simone Vianello, ha ammesso i rapporti (consenzienti, ma su questo aspetto non ha mai dubitato nemmeno la procura) con due ragazze, all'epoca minorenni, e iscritte alla società calcistica di cui anche lui faceva parte.

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Ha riconosciuto, poi, i messaggi spediti alle ragazze e finiti al centro dell'inchiesta che la scorsa settimana gli è costata un obbligo di dimora nel suo paese di residenza e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle vittime. 
 
«NON ERO IL MISTER»In apertura dell'interrogatorio di garanzia, l'indagato - un quarantenne - ha precisato di non essere l'allenatore della squadra di calcio di cui fanno parte le due presunte vittime. Lui, anzi, sarebbe stato il mister di un'altra squadra del settore giovanile della stessa società, ma mai aveva avuto incarichi diretti all'interno del ramo femminile dell'associazione calcistica. La conoscenza, ha precisato, sarebbe avvenuta quindi al di fuori delle dinamiche date da un rapporto tra allenatore e giocatrici. 

L'INCHIESTAA far scattare l'indagine penale da parte della procura di Venezia erano stati i genitori di tre ragazze che, all'epoca dei fatti avevano un'età compresa tra i 13 e i 16 anni: ciascuna di loro credeva di essere la protagonista di un rapporto esclusivo, una storia d'amore, con quell'uomo molto più grande di loro. E questa esclusività, questa fantasia, del tutto reale, vissuta in prima persona, aveva giocato un ruolo di fascinazione sulle giovani calciatrici, così forte da far tenere ogni cosa per sé, senza rivelare nulla alle compagne di squadra. Tutto quindi era rimasto segreto fino a quando una delle mamme si è accorta, controllando il cellulare della figlia, della presenza di una serie di messaggi dal significato fin troppo spinto. La segnalazione è finita sulla scrivania del pubblico ministero Giorgio Gava, che ha fatto scattare le indagini dei carabinieri. 
L'inchiesta era stata avviata nel 2018, ma i fatti contestati si sarebbero verificati tra il 2015 e il 2017.

L'allenatore avrebbe chiesto alle ragazzine delle foto osè e con due delle tre sarebbe arrivato anche ad ottenere dei rapporti sessuali. Nelle memorie di pc e cellulari dell'uomo, gli analisti dell'Arma hanno trovato numerose foto e video a sfondo pedopornografico. L'uomo, sfruttando la fiducia delle minori, era riuscito a costringerle al silenzio, passando a minacce e varie pressioni psicologiche. Da allora, l'uomo ha lasciato l'ambiente, ha cambiato lavoro e ha smesso completamente di frequentare le ragazzine, oggi maggiorenni. Con l'inchiesta quasi al capolinea, per il quarantenne si staglia all'orizzonte un processo per adescamento e atti sessuali con minori e detenzione di materiale pedopornografico.

Ultimo aggiornamento: 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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