Salvini: «Nessun rimpasto di governo, nessuno userà Abruzzo per polemiche»

Lunedì 11 Febbraio 2019
Marsilio
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Quasi duecentomila voti abruzzesi in meno rispetto alle politiche: è questo il dato che terremota il M5s e mette in discussione la tenuta stessa del governo. Matteo Salvini, che veleggia verso le europee con il vento in poppa, prova a tranquillizzare l'alleato: «Non cambia niente, nessun rimpasto, il lavoro continua». Il premier Giuseppe Conte si fa garante di altri «quattro anni» al timone del Paese. Ma i vertici M5s, a partire da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, si chiudono in un mutismo interrotto solo dagli inviti di deputati e militanti a fare una «riflessione».

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E tra le fila leghiste c'è chi definisce l'esecutivo ormai «a scadenza». In Abruzzo il candidato di centrodestra Marco Marsilio vince con il 48%, trainato da una Lega al 27,5%, con FI al 9% e Fdi al 6,5%. E la candidata M5s Sara Marcozzi viene scavalcata anche dal centrosinistra di Giovanni Legnini (con il 31,3%, di cui solo l'11,1% al Pd). «Non è la sconfitta del M5s ma della democrazia», azzarda Marcozzi, che prende il 20,2% dei voti, con il 19,7% alla lista M5s. Ma si perdono 27mila voti rispetto alle ultime regionali ed è impietoso il confronto con le politiche: il M5s si dimezza, dal 41% a un 20% scarso, la Lega balza dal 12% al 27,5%. Via Bellerio - raccontano - si aspettava di fare un pò peggio e il Movimento di fare meglio. Non è andata così. E ora tra i leghisti trapela il timore che lo stesso Di Maio non riesca a reggere l'urto e metterne al riparo il governo. 
 



«Sono elezioni regionali: il dato mi sembra chiaro ma questo non cambia nulla per il governo», dice da Campobasso il premier Conte, sempre più stretto tra il sostegno al M5s e lo strapotere salviniano. «Abbiamo quattro anni davanti», ribadisce in serata. Ma Di Maio tace: un vertice a tre nella notte a Palazzo Chigi, dovrebbe provare a chiudere su diversi dossier. Il leader M5s starebbe chiedendo all'alleato subito un'uscita pubblica su Tav. Ma secondo la Lega non può più esigere il No: il ministro dell'Interno in tv ribadisce la linea del sì ma l'ipotesi è rinviare la decisione. Salvini, che per tutto il giorno scambia sms con Di Maio, dichiara: «Sono felice di questo piccolo grande miracolo ma è un voto abruzzese, non credo che gli amici dei 5S debbano temere nulla». Il ministro dell'Interno attacca il Pd e invita gli alleati di governo a «non fare un dramma». Ma nel M5s il 'non temerè suona come lo 'stai serenò renziano. E già si è aperto il processo interno, si invoca una «riflessione» e un «cambio di rotta». Nessun parlamentare mette per ora in discussione apertamente il ruolo di Di Maio, ma a lui sono rivolte le critiche di chi ritiene si sia ceduto troppo. Salvini assicura che non chiede rimpasti, non vuole «imporre» nulla all'alleato e «per ora» non intende cambiare il contratto di governo. Aggiunge, a rassicurare i pentastellati, che l'alleanza di centrodestra è solo locale (e questo fa fibrillare FI).

Fino alle europee, afferma un esponente leghista di primo piano, alla Lega non conviene aprire nessuna crisi e incassare misure di bandiera come la legittima difesa (il via libera è previsto a marzo), lo stop al rito abbreviato per i reati più gravi e soprattutto l'autonomia regionale (un braccio di ferro con il M5s è in corso su temi come scuola e sanità: l'intesa era prevista nel Cdm di venerdì 15 ma potrebbe slittare).
Il leader leghista inverte la rotta anche sullo scontro con Bankitalia (un segnale «di pace» al Colle, secondo qualcuno). Il M5s, osservano gli alleati, rischia di precipitare sotto il 20% anche alle europee: a Di Maio conviene accettare la sponda salviniana o niente è escluso, neanche la richiesta di elezioni anticipate. «Scaricare il M5s avrebbe ripercussioni molto forti anche sull'elettorato leghista», è il messaggio a Salvini del capogruppo M5s Stefano Patuanelli. Ma si riaccende la miccia del voto sulla Diciotti: l'Aula del Senato si pronuncerà dopo le regionali in Sardegna. Un'altra debacle M5s allargherebbe il fronte dei pentastellati per il sì al processo. E l'intero governo rischierebbe.

Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 16:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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