Giorno del Ricordo: Riccardi, fermezza istituzioni contro negazionismi

Domenica 10 Febbraio 2019


Trieste, 10 feb - "Le istituzioni devono con fermezza alzare la voce davanti a chi ancora oggi cerca di negare la tragedia delle foibe e di sminuire il dramma umano dell'esodo istriano, fiumano e dalmata".

Lo ha detto oggi alla Foiba di Monrupino, in comune di Trieste, il vicegovernatore Riccardo Riccardi a margine della deposizione di una corona di fiori in occasione del Giorno del Ricordo. In questa cavità carsica, vicina alla ferrovia, trovarono la morte per mano dell'esercito jugoslavo per lo più prigionieri, in buona parte italiani, provenienti dalla zona di Fiume e dall'Istria Orientale.

Come sottolineato dal vicegovernatore, non ci si può dimenticare che questa è stata una pagina di storia nascosta agli italiani per troppi anni. "Un silenzio - ha ricordato Riccardi - che lasciò nell'oblio il sacrificio d tanti uomini e tante donne che vennero uccisi con la sola colpa di essere italiani".

"E' importante coltivare la memoria - ha spiegato il vicegovernatore - affinché le giovani generazioni conservino il ricordo del dolore e delle sofferenze di una stagione storica alla quale da appena quindici anni lo Stato italiano ha conferito un riconoscimento ufficiale".

Riccardi ha poi rimarcato l'importanza e l'autorevolezza della partecipazione alla Foiba di Monrupino del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

"E' la prima volta - ha rimarcato Riccardi - che un presidente del Parlamento europeo interviene in forma ufficiale agli eventi celebrativi del Giorno del Ricordo e questo testimonia un riconoscimento di alto profilo che proviene da un'istituzione, l'Unione europea, la quale, non dobbiamo dimenticarlo, pur con i difetti e i limiti emersi in questo ultimo periodo, ci ha consentito di vivere in pace per tutti questi anni".

Oltre al vicegovernatore Riccardi e al presidente Tajani, tra la altre autorità civili e militari, hanno presenziato alla cerimonia anche i consiglieri regionali Danilo Slokar e Claudio Giacomelli e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. ARC/GG/ep

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