Ali Baba, il profugo spacciatore. Centinaia di spinelli a studenti minorenni

Venerdì 8 Febbraio 2019 di Cristina Antonutti
Ali Baba, il profugo spacciatore. Centinaia di spinelli a studenti minorenni
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MANIAGO - C'è chi lo chiama Ali Baba. Chi Saki o Paji. Altri ancora lo hanno memorizzato sul telefonino come Magreb. Poco importa come a Maniago conoscono Syedd Seerat Hussain, pakistano di 31 anni ospite nella struttura d'accoglienza di via Rosa Brustolo 17/a. Per tutti è lo spacciatore che vende hascisc e marijuana sul ponte pedonale di legno, quello in via Battiferro. È lì che aspetta ragazzini, neo maggiorenni o giovani poco più che ventenni a cui offre a 5/10 euro al grammo le sue sostanze stupefacenti. Questo, fino a mercoledì sera, era lo scenario. Da ieri mattina, infatti, Hussain è in carcere a Pordenone. I carabinieri della stazione di Maniago hanno eseguito una misura cautelare firmata dal gip Rodolfo Piccin, che ha fatto sue le conclusioni a cui era arrivata il sostituto procuratore Monica Carraturo esaminando le informative e la relazione finale depositate dagli uomini del maggiore Andrea Mariuz, al termine di un'attività di indagine cominciata lo scorso ottobre con il maresciallo Michael De Favari e conclusa con il luogotenente Domenico Marzullo.
C'è una data precisa, 12 ottobre 2018, che probabilmente segnerà la fine del viaggio italiano di Hussain. L'uomo, infatti, è un richiedente protezione internazionale e adesso, oltre all'estromissione dal programma di accoglienza, rischia il mancato riconoscimento dello status di profugo. È infatti accusati aver smerciato droga - si parla di 230/260 cessioni - a 17 consumatori con cui aveva stabilito un rapporto di fidelizzazione. Bastava una telefonata e Ali Baba procurava lo stupefacente per lo spinello. Dove si procurasse marijuana e panetti di hascisc non è chiaro. Si è deciso di chiude l'indagine prima di far il salto investigativo ulteriore perchè c'era troppi studenti minorenni coinvolti.
Minorenni come uno dei ragazzini controllati dai carabinieri la sera del 12 ottobre 2018. Uno dei due aveva in tasca 6 grammi di hascisc. Li aveva presi da Ali Baba. Aveva contattato l'immigrato pakistano su un telefono cellulare che risulta intestato a una donna che abita a Milano. Altri controlli, altre conferme. Tutti conoscevano Saki o Ali, alcuni giocavano persino a pallone con lui. Maniago, Vajont, Frisanco, Meduno: sono questi i paesi dove risiedono i clienti dello spacciatore. C'è chi lo ha contattato almeno 60 volte e da lui ha speso tra i 500 e 600 euro. Anche i minorenni erano diventati assidui clienti di Hussain, anzi rappresentano la maggioranza. I Carabinieri non esitano a definire la situazione «pericolosa». L'uomo ha fatto in modo che i ragazzi gli diventassero fedeli: aveva l'esclusiva dello spaccio. Da qui la necessità di mettere fine alla vicenda.
Ci saranno conseguenze anche per i consumatori. Sono una cinquantina, infatti, le segnalazioni che verranno inoltrate alla Prefettura di Pordenone. Sono assuntori di Maniago e delle zone limitrofe che adesso dovranno seguire i percorsi che verranno individuati dal Sert. Sono ragazzi che appartengono a famiglie perbene e i cui genitori non sapevano nulla dei contatti con il pakistano ospitato in via Rosa Brustolo. Nella struttura ci sono altri immigrati in attesa di ottenere lo status di profughi. Nessuno di loro è coinvolto nell'attività di spaccio. Ne sono completamente estranei e seguono regolarmente i corsi di italiano e quanto previsto per la loro integrazione.
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