Il Passante di Mestre compie 10 anni, dall'8 febbraio 2009 il traffico non c'è più

Mercoledì 6 Febbraio 2019 di Alda Vanzan
Il Passante di Mestre compie 10 anni, dall'8 febbraio 2009 il traffico non c'è più
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Dieci anni dopo, Mestre non si sente pronunciare più. Sparita da Isoradio e da qualsiasi notiziario radiofonico. Scomparsa dalle cronache degli esodi ferragostani. Cancellata perfino dal gergo quotidiano. Fino a dieci anni fa Mestre era il tappo d'Italia, un incubo lungo 9 chilometri che poteva durare un'infinità, il posto in cui nessun camionista, nessun pendolare, nessun vacanziero voleva capitare. Perché Mestre era un valico. Un posto dove il traffico si imbottigliava, dove si perdeva tempo. E soldi, visto che questa strozzatura costava alla comunità oltre 4 miliardi di euro l'anno. Finché, l'8 febbraio 2009 è arrivato il Passante di Mestre, 32 chilometri di nuova autostrada dall'innesto di Dolo fino a quello di Quarto d'Altino con tre caselli intermedi, sette gallerie artificiali, otto tratti in trincea, quattro viadotti, 15 sovrappassi, 22 sottopassi. Un'opera costata 986 milioni di euro.
 

IL SIMBOLOUn'opera simbolo, come la definì l'allora governatore del Veneto Giancarlo Galan. Per tempi di realizzazione: appena quattro anni. Per modalità di esecuzione: è stata la prima autostrada italiana realizzata e ultimata grazie alla Legge Obiettivo. Per le modalità, anche, di finanziamento avendo visto di lì a qualche anno il debutto del project bond garantito dalla Bei. Eppure, prima di arrivare all'8 febbraio 2009, una domenica che prometteva pioggia e che radunò a Bonisiolo di Mogliano Veneto duemila invitati per il taglio del nastro inaugurale con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, bisogna tornare indietro di mezzo secolo.
LA GENESICome raccontò Valter Vanni nel libro Un passante per il Nordest, la storia del valico di Mestre inizia nel 1958 quando il Comune di Venezia adotta il nuovo Piano regolatore generale ed è in quello strumento urbanistico che si cerca di risolvere il problema del traffico intenso nel centro abitato di Mestre e caos derivante dal traffico industriale lento e ingombrante. Traffico intenso per i parametri dell'epoca: in città si contava il passaggio di 556 autotreni e 1314 autocarri in un solo giorno. È in quel Piano che nasce la tangenziale di Mestre. Un'arteria stradale che viene aperta nel 1972 e che avrebbe visto l'esplosione del traffico con 170mila veicoli al giorno, fino a sfiorare i 60 milioni di tubi di scappamento all'anno.
Ma se per realizzare il Passante servirono solo quattro anni, ci volle molto di più per decidere che era quella la via giusta. Una soluzione che pareva essere stata sancita il 1° agosto 1997 quando a Palazzo Balbi venne firmato da Stato e Regione l'Accordo quadro per la soluzione dei principali problemi stradali e ferroviari di interesse nazionale in Veneto, sei protocolli che costituivano il Sistema Passante mettendo assieme anche Strada dei Bivi, Pedemontana, Romea Commerciale, sviluppo del trasporto ferroviario nazionale e locale, infrastrutture interportuali.
IL TUNNELPareva fatta e invece ecco che un anno dopo, in una riunione in Regione per un aggiornamento dello stato di fatto, il sindaco di Venezia Massimo Cacciari ricorda l'esistenza di un altro progetto, la Blue Road, un'autostrada sopraelevata sul tracciato della tangenziale di Mestre, per un costo di 1500 miliardi di lire, sponsorizzata dall'allora titolare di Permasteelisa, Massimo Colomban. E Cacciari chiede di valutarlo. Il progetto della Blue Road in realtà resterà in un cassetto, ma intanto - anno 2000, ministro ai Lavori pubblici Nerio Nesi (Pdci) - ecco che avanza l'alternativa del tunnel. Che vede tutti favorevoli, dai Ds ai Verdi alla Lega, contrari solo Forza Italia (e alcune eccezioni nel centrosinistra, tra cui lo stesso Vanni e l'ex ministro Paolo Costa). E mentre sulla tangenziale si resta in colonna, il tempo passa.
Con il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi si riapre il capitolo Passante. Solo che ministro dei Lavori pubblici è il padre di tutti i tunnel, quel Pietro Lunardi che da collaboratore del ministro Nesi era poi traghettato nel centrodestra. E siccome anche la Lega cerca di riposizionarsi, passa un altro po' di tempo con la soluzione (teorica) di fare questo e quello, prima il Passante e poi il Tunnel. La verità, come raccontò Vanni, è che solo con un accordo si poteva decidere e realizzare qualcosa. La realizzazione del Passante, iniziata l'11 dicembre 2004, continua anche quando a Palazzo Chigi ritorna Prodi, con il ministro Di Pietro che nel piano delle grandi opere per il Veneto inserisce, tra i vari interventi, Mose e Passante.
Il Passante di Mestre viene inaugurato 1519 giorni dopo la posa della prima pietra. Nel 2004 a Bonisiolo c'era Berlusconi e a Bonisiolo Berlusconi torna per il taglio del nastro nel 2009. Ed è lì, nel tendone con i duemila invitati, che azzarda una data per il Mose: «Credo che lo inaugureremo insieme nel 2014». Con le dighe mobili - e un po' di manette al posto di tagli inaugurali - quell'anno non è andata proprio così.
Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 14:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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