Riportare l'acqua in piazza Barche. Ecco il progetto per il centro

Venerdì 1 Febbraio 2019 di Elisio Trevisan
Piazza Barche
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L’acqua in piazza Barche. La settimana scorsa il Consiglio comunale ha votato, una volta tanto praticamente all’unanimità tanto che qualcuno ha maliziato che si stia lavorando a un “compromesso storico” tra Pd e Fucsia in vista delle amministrative 2020, per tornare a scavare il canal Salso fino al Centro Le Barche. Adesso è possibile perché il Comune ha acquisito il tratto della piazza che era ancora in mano allo Stato. Oltre ai progetti dell’architetto spagnolo Rui Sánchez, che vinse un concorso indetto dalla Giunta Cacciari nel 2005 e che prevedeva di realizzare un boulevard alberato al posto del canale mancante, e al progetto di Elvio Quaia per riqualificare il connesso piazzale Cialdini, nel 2007 l’ex consigliere di Forza Italia Luca Rizzi, assieme agli architetti Federica Rizzardi di Mestre e Alessandro Calzati di Venezia, produsse un progetto che invece aveva come fulcro proprio la  riapertura del canale, dividendola in due fasi: la prima per far tornare l’acqua fino all’incrocio di piazza Barche con via Colombo, la seconda per proseguire fino al Centro Le Barche: lì sotto, infatti, all’altezza della colonna della Sortita si trovano ancora i resti della testata del canal Salso (la Fossa Gradeniga) come dipinta dal Canaletto nel 1750, un vero e proprio porto interno da dove i barconi portavano a Venezia passeggeri e merci. La seconda fase è più un sogno e gli stessi proponenti la mettono come un’eventualità dato che dall’incrocio con via Colombo in su c’è il tram e ci sono parecchi sottoservizi, oltre a un piccolo parco.  E i soldi? Parte del Comune per le opere infrastrutturali, ma tutto il resto dai privati che potrebbero essere invogliati a investire su un nuovo centro città allargato. Del resto lo stesso architetto Gianfranco Vecchiato, assessore all’Urbanistica ai tempi della Giunta Cacciari, pochi giorni fa ha detto «ero convinto allora, come oggi, che piazza Barche sia uno dei baricentri essenziali di Mestre e credo che anche il nuovo M9 abbia bisogno del suo completamento». In Comune l’idea di riportare alla luce il canal Salso l’hanno presa seriamente in considerazione e stanno analizzando come coinvolgere i privati. Il progetto di Rizzi, Rizzardi e Calzati, del resto, non si limita a dire scaviamo, ma prevede le funzioni e i nuovi collegamenti acquei e terrestri. «Ridisegna Mestre per arrivare ad allargare il cuore della città ricucendone i vari pezzi: pensiamo a una zona che comprenda piazza Ferretto, via Rosa, via Palazzo, piazza Barche senza soluzione di continuità» spiega Rizzi: «E a chi ci accusa di mancare di realismo rispondiamo che al futuro di Mestre, impoverita dalla chiusura delle fabbriche, assediata dai centri commerciali e minacciata dalla monocultura turistica tanto che rischia di diventare un dormitorio, serve tanto altruismo, anteponendo gli interessi di bottega che non sanno guardare alle prospettive e ancora si ostinano a vedere Mestre come solo un Città di terra, quelli delle future generazioni».
Ultimo aggiornamento: 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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