I Salesiani: «Ospitiamo i migranti più giovani». La Regione: «Qui mai»

Mercoledì 30 Gennaio 2019 di Camilla De Mori
I Salesiani: «Ospitiamo i migranti più giovani». La Regione: «Qui mai»
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I salesiani friulani spalancano le porte delle loro strutture a Udine e Gorizia a cinque dei tredici minori che si trovano a bordo della nave Sea Watch, in linea con la disponibilità garantita a livello nazionale dalla Federazione Scs-Cnos, la rete dei salesiani per il sociale che ha voluto così rispondere all'appello pronunciato da Papa Francesco. Ma la Regione Friuli Venezia Giulia chiude le porte in faccia. Se nei giorni scorsi, innescando roventi polemiche, era stato lo stesso governatore Massimiliano Fedriga a criticare l'invito, sottoscritto ormai da centinaia di camici bianchi friulani, ad aprire i porti della nostra regione e accogliere i migranti della Sea Watch (la dem Serracchiani l'ha accusato di voler «imbavagliare 500 medici»), stavolta, a dire la sua sull'iniziativa dei salesiani è l'assessore regionale alla sicurezza e immigrazione Pierpaolo Roberti. 
 
L'ASSESSOREAlla richiesta del cronista di commentare la disponibilità dei seguaci di don Bosco ad accogliere in Friuli, al Bearzi di Udine e all'istituto San Luigi di Gorizia, una parte dei minori, Roberti risponde secco: «Credo che la decisione non spetti sicuramente a loro (ai salesiani ndr), ma casomai al governo a cui si devono rivolgere. Detto questo, la Regione è assolutamente contraria, noi non daremo nemmeno un centesimo e con il regolamento che stiamo predisponendo daremo una bella stretta alle strutture che stanno proliferando, intuendo la redditività di questa attività», conclude l'assessore.
I SALESIANI«Noi non facciamo politica, facciamo un altro mestiere. Siamo salesiani, noi accogliamo i ragazzi», dice don Filippo Gorghetto, responsabile dell'istituto Bearzi di Udine. La disponibilità è partita dalla casa madre della Federazione, che si è resa disponibile ad accogliere i bambini e i ragazzini della Sea Watch (in totale «tredici minori, di cui otto non accompagnati») nelle sue sedi in tutta Italia, da Arese a Napoli, da Catania a Foggia. Per l'Ispettoria salesiana Nordest sono stati allertate per l'appunto Udine e Gorizia, oltre ad Albarè. Ma, come spiega don Gorghetto, se i minori della Sea Watch dovessero mai arrivare, il centro veneto non servirà, perché a garantire tutti i posti bastano i due istituti del Fvg. «Ci hanno chiesto cinque posti in Triveneto - chiariva ieri il responsabile - per i minori della nave. Se dovessero arrivare, noi a Udine e Gorizia siamo pronti già da due giorni: abbiamo già preparato i letti. C'è anche spazio alla casa di Albarè nel Veronese, ma le nostre strutture friulane hanno già i posti necessari. Credo, inoltre, che vogliano tenerli vicini».
D'altronde, all'istituto di via Planis, a Udine, i minori non accompagnati già ci sono: «Ne accogliamo già ventuno, in convenzione con diversi Comuni. Cinque in più non cambiano nulla. Ogni settimana ne arriva qualcuno di nuovo, siamo abituati. A Gorizia i minori non accompagnati sono una trentina». Ma il Bearzi di Udine non si occupa solo di piccoli profughi, visto che, nell'ambito di tutte le sue attività scolastiche ed educative, è una piccola città nella città, con 1.100 ragazzi e 200 dipendenti. Certo, i profughi della Sea Watch non sono migranti come gli altri, non foss'altro per le polemiche che hanno circondato il caso. «Avranno l'accoglienza salesiana anche loro - dice don Borghetto -. Sono ragazzi che hanno bisogno, che hanno un vissuto terribile. Se arriveranno, avranno la loro camera, faranno i documenti, entreranno nella rete socio-assistenziale. Quello che facciamo con tutti». Ma il ministro Salvini ha preso una posizione chiara sulla Sea Watch. I salesiani vanno contro la linea del Governo? «Non mi pongo il problema - dice don Gorghetto -. La rete dei salesiani per il sociale si è resa disponibile. Siamo contentissimi di accogliere ragazzi che fanno fatica. Se anche vado contro il governo... Io non vado contro la vita». Ma, precisa, «non lo faccio per andare contro il governo. Io vedo che qui nessuno si lamenta dei 21 minori stranieri che già accogliamo».
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